A Natale regaliamoci del tempo per fare una chiacchierata, schiacciando come una volta il telefono sull’orecchio per sentirci più vicini alle persone che amiamo
La telefonata che allunga la vita. Mi permetto di citare uno spot, non tanto per fare una pubblicità con anni di ritardo, quanto per riflettere su come tutta questa situazione, che non voglio nemmeno chiamare per nome, sia stata ed è così impattante sulle nostre abitudini tanto da richiedere di fare un passo indietro per sentirci avanti.
Ci siamo lasciati lo scorso anno un Natale alle spalle fatto di auguri via WhatsApp, video, catene di Sant’Antonio mai amate dal Galateo, confortati spesso da un verba volant scripta manent, pensando che uno alla fine un messaggio può leggerlo quando vuole, quando ha tempo, quando è dell’umore. Mentre una telefonata rischia di interrompere qualcosa, richiedendo tempo.
Ecco, se il mercato è fatto di domanda e offerta, forse è il caso di renderci conto che tra le brutte cose che spero ci lasceremo alle spalle il prima possibile, una vale la pena di essere osservata e messa nel file dei pro. Il tempo è in offerta. Non andiamo in palestra, non possiamo, andiamo un po’ meno dal parrucchiere, questione di cautela, al ristorante poco e solo di giorno, nemmeno dappertutto. Abbiamo più tempo, anche per una chiamata. E, per piacere finiamola di chiamarla “call”.
Il valore della telefonata quest’anno è maggiore perché ci si scrive molto, ci si legge molto, ci si sente poco. E ci si vede solo sui social.
Poter dedicare quest’anno un pò più di questo tempo che non era certo richiesto nella lettera di Babbo Natale, ma ce lo ritroviamo volenti o nolenti, per fare una chiacchierata, non sarà certo il veicolo per sostituire il piacere di una chiacchierata davanti ad un caffè o a una pizza, ma mi sento di dire che scalda il cuore molto più di quanto lo faccia una videochiamata, così protagonista dello smart working da rimanere più virtuale del suono di una voce quando il telefono si schiaccia sull’orecchio per sentirsi più vicino alle persone che amiamo.
Finiremo l’anno dicendoci che quest’anno a Natale è andata così, facendo probabilmente propositi per quello che verrà.
Va bene tutto, perché tante volte non è andato bene niente, ma se siamo a raccontarcelo vuol dire che così male non è andata. E allora alziamo il telefono e raccontiamocelo.
Il Galateo è bello nella sua flessibilità, perché quello che poteva risultare di troppo ieri è il valore aggiunto di oggi. Da qualche parte ho letto che alla fine andrà tutto bene e se non andrà tutto bene vuol dire che non è la fine.
Auguri!