Ai paesi dell’Area occorrerebbe anche una riforma strutturale dei prezzi di mercato interno dell’energia, per favorire la diffusione delle rinnovabili anche tramite incentivi fiscali e normativi
SRM ha presentato il 14 novembre a Napoli presso il Banco di Napoli, in un importante evento di carattere internazionale, il suo IV Rapporto annuale sulle Relazioni Economiche tra l’Italia e il Mediterraneo. Uno degli argomenti cardine della ricerca è rappresentato dalle Energie Rinnovabili e qui effettuiamo una breve rassegna sui principali contenuti emersi.
L’attuale mix energetico dell’area MED vede la prevalenza delle fonti fossili che insieme coprono i due terzi dell’offerta totale di energia primaria. La regione del Mediterraneo è però dotata di un potenziale energetico da fonti rinnovabili molto importante.
Grazie alle statistiche dell’International Energy Agency abbiamo un’idea di quanto sia il peso delle fonti pulite nella produzione di energia elettrica. La preminenza dell’idroelettrico è evidente. Questa è la prima fonte di produzione di energia elettrica tra le rinnovabili; viene utilizzata in tutti i paesi, ma spicca il dato della Turchia che ha prodotto nel 2012 circa 58mila GWh. Seconda dopo l’hydro, è l’eolico, concentrato in Turchia, Egitto e Marocco. Più contenuta la produzione da biomasse e da fonte geotermica, sfruttata solo in Turchia. È ancora residuale la diffusione del fotovoltaico, che risulta presente come fonte per la produzione di elettricità solo in Israele, Egitto e Tunisia.
I diversi paesi hanno adottato programmi nazionali consistenti per favorire uno sviluppo deciso delle rinnovabili; questo con l’obiettivo di: soddisfare la crescente domanda di energia, migliorare la sicurezza energetica e la diversificazione delle fonti, realizzare uno sviluppo economico e industriale sostenibile, estendere le riserve fossili per l’esportazione e ridurre la bolletta energetica per le importazioni, sviluppare strategie di urbanizzazione. Si tratta di programmi che prevedono uno sviluppo industriale locale e la creazione di nuovi posti di lavoro, ma per la cui realizzazione è richiesto un forte impegno da parte di istituzioni e settore privato al fine di attrarre investimenti. Il grafico che proponiamo evidenzia i target in termini di % di energia prodotta con fonti rinnovabili da raggiungere entro il 2020 o il 2030 in alcuni dei principali paesi dell’Area. Entrando nel dettaglio di due delle fonti potenziali di produzione di energia, l’eolico ed il solare, il grafico che segue ne evidenzia gli obiettivi nazionali in termini di MW da installare entro il 2020 in alcuni paesi della Regione.
Tra i vari paesi, l’Egitto ed il Marocco potrebbero giocare un ruolo di primo piano. Il primo si è posto un traguardo sfidante nell’eolico (7200 MW) e il secondo un obiettivo rilevante sia nell’eolico che nel fotovoltaico che nel solare a concentrazione (2000 MW per ciascuna fonte).
Target in termini di produzione di energia da fonti rinnovabili
Graf. 1 – Fonte: Res4Med, 2014
Obiettivi nazionali al 2020 per lo sviluppo delle rinnovabili nei paesi del Nord Africa
Graf. 2 – Fonte: RCREEE, Regional Center for Renewable Energy and Energy Efficiency, 2014
Le fonti green rappresentano una condizione favorevole per rinnovare i sistemi energetici e una grossa opportunità per le imprese private in cerca di nuovi e profittevoli business. La regione MENA ha bisogno di investimenti privati, nazionali e stranieri, che diano dinamismo allo sviluppo economico dell’Area. La Banca Mondiale stima che entro il 2040 il fabbisogno di investimenti totali nel settore energetico nell’Area MENA supererà i 30 mld di dollari l’anno, una cifra pari al 3% del Pil della Regione.
Tra i programmi di sviluppo dell’OECD, il MENA Investment Programme ha come principale obiettivo proprio la mobilitazione di investimenti, stranieri e nazionali, finalizzata allo sviluppo economico e alla crescita dell’occupazione in tutta la Regione. Investire nelle rinnovabili nei paesi del Bacino darebbe alle imprese coinvolte la possibilità di costruirsi una leadership in un comparto dagli ampi margini di sviluppo. La promozione e le misure di agevolazione, inclusi gli incentivi, possono rappresentare strumenti effettivi per attrarre gli investimenti, contribuendo a correggere le distorsioni del mercato. Ma, nonostante la presenza di politiche incentivanti, il raggiungimento degli obiettivi di crescita in tema di energie pulite resta spesso disatteso; il clima politico, la scelta di favorire i combustibili fossili, la generale mancanza di trasparenza nel funzionamento dei meccanismi di supporto, le procedure autorizzative, spesso complicate, la carenza di infrastrutture ed interconnessioni elettriche, contribuiscono ad aumentare le difficoltà di applicazione dei vari strumenti disponibili.
I vantaggi delle rinnovabili sono molteplici, sotto un punto di vista politico, sociale ed economico. Le rinnovabili creano di fatto opportunità di crescita e sviluppo economico e industriale, aprendo la strada agli investimenti. Stimolano lo sviluppo delle attività connesse alla supply chain e alle innovazioni legate alle tecnologie rinnovabili e al loro adattamento alle particolari condizioni dei paesi dell’Area. Possono, infatti, concorrere a sviluppare un’industria locale, grazie alla fabbricazione in loco di componenti e sistemi che aumentino la catena del valore a favore del Paese ospitante. Possono creare nuove attività non solo connesse alla costruzione degli impianti, ma al loro esercizio e manutenzione, sviluppando opportunità di addestramento specialistico, trasferimento di conoscenze e competenze, per permettere alle realtà locali di impegnarsi anche in attività di realizzazione di componenti e di consulenza e progettazione.
Tutti i progetti previsti nei piani governativi hanno come obiettivo la riduzione della dipendenza energetica del Paese, la razionalizzazione del consumo di energia e l’incremento nell’utilizzo di fonti pulite. Le energie rinnovabili costituiscono la migliore risposta a queste priorità. Come evidenziato nell’analisi, l’implementazione di progetti sulle fonti rinnovabili costituisce un segno tangibile delle intenzioni dei governi di puntare sulla crescita di questo comparto, e su tutte le opportunità di industrializzazione e impiego che il suo sviluppo comporta.
La certezza di rilevanti investimenti è un rimarchevole requisito per avviare un programma di sviluppo delle rinnovabili, ma resta la necessità di riforme strutturali per poter sfruttare appieno il grande potenziale energetico, con lo scopo di far fronte alla carenza di infrastrutture, alle difficoltà di allacciamento alla rete e alla mancanza di chiarezza nel percorso amministrativo. Ai paesi dell’Area occorrerebbe anche una riforma strutturale dei prezzi di mercato interno dell’energia, per favorire la diffusione delle rinnovabili anche tramite incentivi fiscali e normativi.
La crescita delle fonti verdi nel Mediterraneo dipenderà dunque da un’efficiente implementazione di piani, progetti e misure a supporto delle rinnovabili, assicurandone certezza e soprattutto continuità, in modo da attrarre gli investitori e i loro capitali nell’ambito di realtà economicamente solide e con un quadro normativo stabile.
Per approfondire: www.srm-med.com