MAF, l’orgoglio di farcela

Iter burocratici tortuosi e dinieghi non hanno fermato la famiglia Mastalia che ha avviato la produzione di mascherine chirurgiche senza aiuti pubblici. Oggi sono cinque le linee di lavorazione e venti le nuove assunzioni per un prodotto valido anche per uso sanitario

Una procedura light, snella, con adempimenti burocratici ridotti all’essenziale. Era questa la premessa, e la promessa, che apriva lo scorso marzo il bando “Cura Italia”, gestito da Invitalia e diretto a quelle aziende intenzionate a produrre e fornire – mediante riconversione o ampliamento di attività – i dispositivi medici di protezione individuale, indispensabili per fronteggiare l’emergenza covid-19.

Rispondono in tante. Cinquanta milioni di euro per finanziare imprese innovative e coraggiose, chiamate a dare il proprio contributo nel contrasto di una pandemia che ancora oggi tiene il mondo in ostaggio.

Tra le 635 domande di finanziamento, provenienti da tutte le aree del Paese, c’è quella della MAF, solida realtà salernitana specializzata nella cartotecnica, stampa offset, digitale, direct marketing e molto, molto altro. Nel suo ventaglio di offerta, anche prodotti brevettati e registrati. Un’azienda, dunque, capace di evolversi nel tempo, allenata e veloce nel prendere le decisioni, così come nel “pensarsi” a lungo termine. Nonostante il core delle sue attività non registri chiusure o cali di ordini, la MAF sceglie di accettare questa nuova sfida e si candida on line per l’ottenimento dell’agevolazione utile per avviare la produzione di mascherine chirurgiche.

«Non era semplice. Non avevamo – come molti altri – nulla già disponibile, né la materia prima, né le macchine ma ci siamo subito attivati per procurarcele», racconta Anella Mastalia, responsabile amministrazione e finanza della MAF. «Sapevamo che saremmo andati incontro a un percorso tortuoso, ma abbiamo voluto tentare comunque perché un imprenditore accoglie ogni stimolo per correre più veloce del tempo e ogni urgenza come un’occasione per mettersi alla prova. Quello che non proprio non ci aspettavamo è stata la risposta avuta da Invitalia, con cui ci veniva negato l’accesso al finanziamento».

Invitalia, a fine aprile, rigetta infatti la richiesta della MAF per dubbi sulla copertura finanziaria dell’operazione. Dubbi del tutto illegittimi che, alla MAF, respingono a loro volta al mittente per iscritto. Ancora Anella Mastalia: «Abbiamo spiegato con dovizia di particolari che mai avremmo investito in una nuova attività, riducendo le risorse destinate all’attività tradizionale se non avessimo avuto contezza di reali tornaconto. Il nostro non era certo un salto nel buio».

Il carteggio prosegue e il tempo passa. Nel mentre, alla MAF si comincia a produrre mascherine in un altro sito produttivo fittato allo scopo, non lontano da quello originario a Pontecagnano, e lo si fa senza l’avallo del finanziamento miraggio.

Arriva la seconda risposta: questa volta l’obiezione riguarda la mancanza di esperienza nel settore, cui alla MAF replicano sbigottiti.

«La credibilità non è un elemento improvvisabile e la nostra è un’azienda consolidata, che ha clienti di successo. I nostri occhi sono abituati a pesare i progetti e a trovare il miglior modo per realizzarli. È sempre stato così, non saremmo oggi l’azienda italiana con il maggior numero di brevetti nel nostro settore!».

La storia epistolare si conclude con la chiusura del bando per mancanza di fondi. La nuova attività della MAF invece, oggi ricompresa anche nell’ampliato oggetto sociale, ha – nonostante i muri contro – inizio e slancio. Cinque le linee di produzione, commesse da grandi aziende, venti nuove assunzioni per un prodotto valido anche per uso sanitario.

«Abbiamo integrato nel nostro business in modo continuo quella che sembrava solo un’opportunità del momento. Lo abbiamo fatto da soli, assumendocene il rischio che, ad oggi, si è trasformato per la nostra azienda in un rafforzamento in termini di valore. Ci siamo sentiti un po’ come Don Chisciotte contro i mulini a vento, ma questo non ci ha fermati».

Oltre alle mascherine per adulti, la MAF produce anche le pediatriche e grazie a questa peculiarità prova ancora una volta a misurarsi con la burocrazia partecipando al bando per la produzione di 10 milioni di mascherine pediatriche, sempre previsto dal Commissariato straordinario per l’emergenza Covid-19, in vista della riapertura delle scuole. L’epilogo questa volta è, se possibile, ancor più singolare: passata la scadenza del 15 agosto, di quell’avviso non si è avuta più notizia e non è dato sapere se e a chi sia stato mai assegnato.

«Il rischio di impresa lo abbiamo corso ed eravamo preparati a farlo. Quello che però ci lascia a dir poco amareggiati è la penalizzazione subita. Non ci aspettavamo che, anche in un momento così delicato in cui si è fatto un gran parlare di resilienza del tessuto produttivo, il nostro Paese si rivelasse sordo alla tutela e alla valorizzazione di quanti hanno gettato il cuore oltre l’ostacolo».

Forse potrebbe andare davvero tutto bene se l’Italia una volta per sempre imparasse a essere all’altezza dell’orgoglio delle sue imprese.

 

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Trotula e il segreto per essere felici

Un progetto culturale e creativo per diffondere la forza senza tempo della prima donna medico della storia

 

Se si stilasse un elenco di donne che hanno fatto la storia, probabilmente il suo nome farebbe fatica a comparire. La conoscono in pochi e non solo perché troppo spesso le imprese eroiche sono raccontate al maschile. Stiamo parlando di Trotula de Ruggiero, medichessa salernitana che visse nell’XI secolo, periodo aureo della Scuola Medica Salernitana. In team – come si direbbe oggi – con le altre Mulieres Salernitanae, Trotula scriveva, insegnava e praticava la medicina, proponendo rimedi che i medici del Collegio accoglievano nei loro scritti.

Il suo più celebre trattato scientifico, “De Mulierum passionibus”, è stato definito da H.P.Bayon il testo che segna la data di nascita della ostetricia e ginecologia come scienza medica. All’impresa di diffondere un progetto culturale/editoriale che racconta la storia, i valori e gli insegnamenti di Trotula efficaci e di grande qualità educativa anche ai nostri giorni attraverso i social e una serie di progetti speciali si è dedicata – negli spazi di fantasia che le lascia l’azienda – Anella Mastalia, insieme con Valerio Calabrese, Direttore del Museo Vivente della Dieta Mediterranea di Pioppi e Roberta Pastore, Architetta.

Le illustrazioni fiabesche e senza tempo sono di Federica Cafaro; l’elegante voce narrante di Ertilia Giordano; i testi di Ernesto Giacomino. Un progetto cui auguriamo lunghi e resistenti sogni, seguendo la lezione di Trotula di difendere sempre il diritto a essere ribelli e felici.

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