È quanto emerge dall’Osservatorio GEA–Fondazione Edison sulle dinamiche dell’export italiano. Gli Stati Uniti sono il terzo mercato di esportazione dell’Italia con un export complessivo italiano verso gli USA di 29,8 miliardi di euro e un surplus di 17,3 miliardi, il più alto che abbiamo registrato nel 2014 negli scambi bilaterali.
Il mercato americano è sempre più attratto, in particolare, dal settore agro-alimentare italiano. Una relazione ancora più forte tra il mercato USA e l’Italian food, insomma, confermata da una ricerca della società di consulenza strategica GEA Digital, che si è focalizzata sul sentiment verso il food espresso dai consumatori nel mondo e negli Usa attraverso il traffico nel web. È risultato che il numero delle ricerche relative al food da parte degli utenti statunitensi è tre volte superiore al resto del mondo e che l’Italian food supera nelle ricerche online ambiti come l’arte e la musica italiana.
L’Osservatorio rileva, inoltre, che l’Italia è uno fra i cinque Paesi al mondo (insieme a Cina, Germania, Giappone e Corea del Sud) ad avere un surplus commerciale per i manufatti industriali superiore ai 100 miliardi di dollari ed è il secondo Paese del mondo occidentale dopo la Germania per surplus commerciale con l’estero nei manufatti (fonte Eurostat). Nel 2014 il surplus commerciale con l’estero delle “4A” del Made in Italy (Alimentari-vini; Abbigliamento-moda; Arredo-casa; Automazione-meccanica-gomma-plastica) conferma un andamento positivo toccando un nuovo record di 128 miliardi di euro.
L’Italian food ha rappresentato, e continuerà a costituire, un importante driver di crescita dell’export. Su una base di riferimento di 616 prodotti, l’Italia presenta 63 prodotti in cui è prima, seconda o terza al mondo per migliore bilancia commerciale con l’estero, generando una bilancia totale attiva di 21,5 miliardi di dollari.
Di interesse anche la classifica stilata dei primi 10 casi provinciali-settoriali per più elevato export agro-alimentare verso gli USA nel 2014: Firenze, Lucca, Grosseto, Milano e Perugia per gli olii e i grassi vegetali e animali; Modena per gli altri prodotti alimentari; Napoli per i prodotti da forno e farinacei; Salerno per la frutta e gli ortaggi lavorati e conservati; Sassari e Parma per i prodotti delle industrie lattiero casearie.