Fatevi dono del senso della famiglia e della nascita di qualcosa di buono
Dopo aver detto di tutto e di più sul Natale – inteso come raccomandazione di non regalare profumi a persone di cui non si conoscono gusti, di evitare la biancheria intima o le mutande rosse ormai estremamente demodé – dopo aver spiegato in tutte le lingue che la tavola di Natale non deve essere una carnevalata e dopo aver rammentato quanto sia bello buttare un occhio sul passato ma anche strizzarlo verso il futuro, mi trovo a fare i conti per capire se, realmente, dopo tanta forma e formalità rimanga anche un po’ di autentica sostanza.
Voglio quindi dare uno spunto, più che un elenco di regole, per questo Natale, cercando di coglierne l’essenza, indipendentemente dal tasso di religiosità che si può coltivare all’interno di noi stessi e delle nostre famiglie.
Difendo il Natale da quanti dicono che sia un giorno come un altro perché un giorno come un altro non lo è affatto.
E lo difendo soprattutto da quelli che Natale è “un giorno come un altro” ma poi ad Halloween si travestono o mangiano il tacchino il giorno del Ringraziamento, feste che senz’altro rispetto ma che non sento perché credo che tutto, folklore compreso, vada ricondotto alle proprie radici.
Del Natale voglio portare, anzi riportare, in auge due concetti fondamentali che vi auguro di ritrovare: il senso del nucleo, della famiglia e quello della nascita di qualcosa di buono.
Cosa c’entra il galateo in tutto questo?
Ci troviamo molto spesso, sempre più di frequente, a pretendere il teletrasporto a Betlemme senza nemmeno occuparci di seguire la stella cometa.
Si chiedono consigli preconfezionati, senza ragionare sul loro valore reale e sull’impatto che potrebbero avere sulle nostre vite.
I Re Magi, che erano re non certo dei poveracci, hanno fatto la strada ma non ho mai trovato uno che mi racconti il percorso, proprio in un momento in cui credo sia fondamentale per il Paese scoprire la bellezza del viaggio e non solo del punto di arrivo.
L’augurio che faccio a tutti i miei lettori è di godere di ogni singolo metro di strada fatta, anche quando la meta sembra lontana.