NO ALLA MEDIOCRITÀ

Quando tutto gira male, l’unica cosa che serve è agire guardando ad esempi positivi con realismo e lucidità

 

C’è un mantra che ripete spesso chi non ha testa per farsi i suoi (sia mantra che affari): “pensa a chi sta peggio di te”, come se pensare che c’è qualcuno che sta peggio, quando si sta male, lenisse in qualche modo il dolore, o se ti girano le palle, smettessero di girare. Non solo non smettono di girare, nemmeno rallentano il giramento. A me poi frasi del genere, se non si fosse capito, le fanno girare di più. E il motivo è semplice: per spostare l’attenzione dai propri drammi, la sola soluzione efficace, valida solo per chi non rosica, è pensare a qualcosa di meglio, non certo a chi sta peggio.

Non è che la nostra esistenza migliora se quella di altri peggiora. Guardare con ammirazione e rallegrarsi dei successi altrui, se non funziona da stimolo, se non altro funziona per capire che non esiste solo il buio. O che se si vive nel buio esiste anche chi sta nella luce e questo, senza scomodare niente di trascendentale, è solo ciò di cui si ha bisogno quando ci si sente schiacciati: lucidità.

Con una visione lucida si riesce a capire che un evento non è la storia, che un passaggio non è un percorso e andare a guardare chi in quel percorso sta inciampando non è nulla di minimamente utile. Ci sono consigli che cambiano la vita, altri che vanno semplicemente ignorati. Quando mi dicono “guarda chi sta peggio di te”, rispondo guardando dritto negli occhi: “te”.