Numeri e prospettive della moda, settore chiave per il futuro della Campania

modaL’abbigliamento, la Concia-Pelletteria e le Calzature sono tra i comparti che alimentano maggiormente i flussi dell’export regionale

 

L’Italia è al primo posto in Europa per numerosità di imprese (produzione e distribuzione) nel settore moda (oltre 330.000) e per fatturato (147.043 milioni di euro). Il 26% delle imprese italiane del comparto (86.091) si occupa di produzione e realizza il 57% del fatturato complessivo. Il nostro Paese realizza da solo quasi la metà (41,2%) del fatturato della produzione del settore Moda dell’Ue 27.

 

Grazie alla Produzione Moda, l’Italia raggiunge quasi 22 miliardi di euro di valore aggiunto, pari al 10,1% del manifatturiero e all’1,9% del PIL. Tale valore è costituito per il 39% dall’Abbigliamento, per il 31% dal Tessile e per il 30% da Pelle e calzature.Per quanto riguarda la Campania, nel contesto nazionale la regione è ben posizionata. Essa, con un valore aggiunto di 777 milioni di euro, si posiziona al 2° posto nel Mezzogiorno (8° posto nella classifica nazionale).

 

Considerando, invece, l’incidenza del valore aggiunto MODA sul manifatturiero (10,8%), la Campania si colloca al 4° posto nel Mezzogiorno e all’8° in Italia.

 

In Campania è rilevante sia il ruolo della piccola impresa, sia l’attrattività dei prodotti Moda sui mercati esteri. Gli addetti sono oltre 25.000 pari al 16,5% del Manifatturiero (nel Mezzogiorno e in Italia il peso è del 13,1%). Il comparto risulta essere costituito prevalentemente da piccole aziende, dove ben 85,2% si concentra nella classe 1-9 addetti (Mezzogiorno 84,7% e in Italia 81,5%). La dimensione media delle imprese campane è, però, inferiore a quella del Mezzogiorno e dell’Italia.

 

Complessivamente le imprese attive dedite alla produzione Moda al primo trimestre 2014 sono oltre 8.000 (9% dell’Italia). Se aggiungiamo le imprese di distribuzione si superano le 42.000 unità (13% dell’Italia). Il valore delle esportazioni del comparto Moda in Campania, nel 2013, è di 1.088 milioni di euro, pari al 12% di quelle del Manifatturiero, e rappresentano circa la metà delle esportazioni Moda del Mezzogiorno (48,8%).

 

L’abbigliamento, la Concia-Pelletteria e le Calzature sono tra i comparti che alimentano maggiormente i flussi dell’export campano.Il tasso di crescita delle esportazioni si mantiene su livelli positivi: +7,1% nel 2013 raggiungendo il 12% nel comparto Pelle. L’UE-28 è la principale area verso cui la Campania esporta: 43,2% (Italia 51%).

 

La regione presenta una maggiore apertura verso altri Paesi non Ue come l’Africa (10,5% contro il 3%), l’America (10,9% contro l’8,8%) e l’Area Med (9,3% contro il 6%). Gli scambi commerciali della Campania presentano un saldo negativo (quasi mezzo miliardo di euro) a causa delle rilevanti importazioni dall’Asia Orientale. Notevole è l’attrattività sui mercati internazionali dei prodotti campani di alta gamma. Infatti, il valore unitario delle esportazioni campane si mantiene su livelli superiori rispetto a quello delle importazioni.

 

Ciò rappresenta un’opportunità di crescita per il settore Moda regionale visto che nel mondo è aumentata la propensione ad importare beni di alta gamma della Moda da parte dei paesi emergenti.

 

Il settore Moda, in Campania e nel Mezzogiorno, è alimentato, inoltre, dalla forza dei distretti. Nel Mezzogiorno sono presenti 9 distretti Moda (38 in Italia) su 25 (144 in Italia). In Campania 3 su 6 complessivi.I distretti Moda della Campania rappresentano il 33% del Mezzogiorno in termini di numerosità e il 56% in termini di export. In particolare l’export del distretto campano nel 2013 è stato di 739 milioni di euro, pari al 68% dell’export moda, valore superiore al dato meridionale (59,3%).

 

Passando alla composizione della filiera in Campania, oltre alla produzione di qualità è interessante anche la fase “distributiva”. Si rileva che ben l’81% delle imprese Moda campane si occupano del commercio, percentuale superiore al dato nazionale (74%).In particolare, rilevante è il peso del commercio al dettaglio pari a 62% (59,7% Italia), mentre quello relativo al commercio all’ingrosso è quasi il doppio di quello nazionale (15,7% contro l’8,1%).

 

Nell’ultimo biennio si è evidenziata una rilevante crescita del numero di imprese attive nella Moda per la Campania (+10%) contro un calo dell’Italia -1,3%. Tale performance rientra nel trend di lungo periodo. Infatti, allungando l’arco temporale fino al 2008 si rileva, per la Campania, una leggerissima crescita del numero di imprese attive contro un calo dell’Italia (+1,2% contro -3,2%). Negli ultimi anni la redditività del settore ha subito un calo, soprattutto in Campania, a causa anche delle difficoltà della domanda interna.Per il 2014 si prevede una crescita del fatturato italiano (Tessile ed Abbigliamento) del 3,6% (52,5 mld.), dell’export del +6% (28,9 mld.) dell’import del +3,3% (18,4 mld).

 

C’è inoltre la tendenza al «reshoring» ovvero il ritorno in Italia delle imprese che avevano delocalizzato. Ciò rappresenta un’opportunità di sviluppo per l’intera filiera.

 

Permangono alcuni punti di debolezza:

• Dimensione media ancora piccola;

• Lentezza del sistema nel penetrare i mercati internazionali (a seguito della crisi del mercato domestico);

• Mercati esteri spesso troppo complessi per chi non è dotato di congrua struttura organizzativa e finanziaria;

• Difficoltà del ricambio generazionale.

 

Di fronte a tale scenario, per accrescere la competizione delle imprese campane del settore occorre spingere tutto il sistema Moda a consolidarsi e a rilanciarsi.Per far ciò bisognerebbe puntare, da un lato, sulla solidità agevolando l’eccesso al credito (es. ruolo dei Confidi), rinforzando la patrimonializzazione, favorendo l’aggregazione, sviluppando il Capitale Umano e diffondendo la tracciabilità e i controlli per la tutela della qualità.Non dimenticando infine i nuovi processi tecnologici che stanno modificando il modo di produrre, ma anche di distribuire i manufatti. Si pensi alla nuova tecnologia delle stampanti 3D per comprendere a quale livello di trasformazione si sta andando incontro anche e soprattutto nel settore della Moda.

 

Dall’altro canto è necessario irrobustire la competitività delle aziende mediante la promozione dell’innovazione, il rinnovamento dei modelli di business, la diffusione di filiera e reti, la modernizzazione della distribuzione e l’ampliamento dei mercati di riferimento. In particolare occorre agire sia sul miglioramento delle dinamiche di funzionamento dei processi produttivi che sulla distribuzione e, quindi, sui mercati di riferimento.

 

Occorre però evidenziare che in Campania alcune aziende del settore Moda hanno adottato dei Modelli imprenditoriali vincenti che percorrono vie parallele. C’è da un lato il Modello dell’artigianato di qualità caratterizzato da un’impresa familiare con produzione Artigianale di grande valore unitario e di successo internazionale. Dall’altro lato c’è un Modello del brand distribuito che si fonda sulla produzione industriale collocata attraverso il canale della Grande distribuzione (Franchising) con un Marchio Internazionale.

 

E a breve per approfondire su www.sr-m.it sarà disponibile lo studio.