Con Nevermind il trio grunge di Seattle divenne il simbolo di quelli che ancora credevano al rock, incarnando la lacerazione di un mondo giovanile inquieto e nichilista
Con il loro secondo album (“Nevermind”) i Nirvana sparigliano definitivamente la scena musicale internazionale. Il disco, il primo per una major, fu pubblicato il 24 settembre del 1991, e le sue vendite, col tempo sempre maggiori, dettato anche dal successo del singolo di lancio, pubblicato circa dieci giorni prima, “Smells like ten spirit”.
La canzone venne definita l’inno della nuova generazione di giovani, i giovani della generazione x, apatici e senza una direzione. La sua origine è alquanto singolare e divertente. Durante una festa selvaggia, un’amica di Kurt Cobain, Kathleen Hanna, cantante della band Rioott grrl, scrisse sul muro della casa di Cobain: “Kurt smmels like ten spirit” per deriderlo. Hanna, scrisse questa frase, anche a causa del deodorante che Cobain usava quello della sua ragazza di allora Tobi Vail (la cui marca era, appunto, teen spirit) molto in voga tra gli adolescenti. Cobain, che ignorava la marca del deodorante, credette che la frase fosse un complimento riferito al suo spirito anarchico e punk.
La canzone fu una delle poche composte prima dell’arrivo alla produzione di Butch Vig, e l’intento di Kurt Cobain era quello di creare una canzone che si ispirasse al gruppo che il cantante in quel periodo ammirava di più, ovvero i Pixies: «Devo ammetterlo – dichiara il cantante – quando ho sentito i Pixies per la prima volta mi sono sentito così unito a loro che avrei potuto fare parte di quel gruppo o perlomeno di una cover band. Abbiamo usato il loro senso dinamico, essere prima sommessi e tranquilli e poi fragorosi ed energici».
Anche il video promozionale ebbe un buon successo, vinse due Mtv video awards e ottenne una rotazione molto diffusa sull’emittente musicale. Il video diretto da Samuel Bayer si ispirava sia al film “Giovani guerrieri”, sia al film cult “Rock n’roll High School” con i Ramones. La clip fu girata nell’agosto del ’91, in uno studio, nella piccola cittadina di Culver city, e mostra i membri del gruppo, mentre si esibiscono in una palestra, davanti a un gruppo di adolescenti disposti sugli spalti. Ad accompagnare il ritmo del brano c’è anche una mini coreografia, eseguita da alcune ragazze vestite da cheerleader che indossano un completo con una stampa della A cerchiata dell’Anarchia.
Alla fine del video tutto degenera. Gli studenti decidono di invadere il palco e iniziano a distruggere tutto; la band si comporta di conseguenza, ad esempio Cobain, sfascia la sua fender mustang. Queste scene di ribellione nacquero da un reale malcontento, da parte delle comparse, reclutate con un volantino e costrette dal regista a rimanere sedute per la realizzazione delle riprese.
Cobain convinse poi il regista a far alzare i ragazzi, e la loro reazione fu quella descritta. L’altra scena molto famosa del video è quella dell’inquadratura di un bidello che si muove con movimenti meccanici e sincopati. Questa scena è considerata quasi autobiografica. Richiamerebbe infatti ciò che accadde realmente a Cobain dopo aver dovuto abbandonare la sua scuola. Successivamente il video fu totalmente rimontato da Cobain, che non aveva apprezzato il lavoro girato da Bayer.
Il cantante eliminò alcune scene; altre invece le aggiunse. Una delle più evidenti era quella che inquadrava per la prima volta il volto di Cobain (quasi sempre oscurato). Nel video, in effetti, gli interventi di post-produzione e i punti di sincronizzazione sono diversi. L’immagine è molto spesso manipolata attraverso l’uso dello sfocato, che trasmette un senso di claustrofobia, richiamando lo spazio chiuso dove è girato il video, ma garantendo al contempo una valorizzazione del suono.
La tecnica dello sfocato sarà spesso utilizzata dai Nirvana in numerosi altri videoclip. Con questa canzone i Nirvana firmano un vero e proprio manifesto generazionale. Straordinaria opera di un vissuto e di una lacerazione di un mondo giovanile inquieto e nichilista.