Dietro le quinte di “On Air, una storia di successo” a tu per tu con Daniele Gramiccia, giovane produttore cinematografico di origine romana, che a Orlando in Florida, ha incontrato l’autore del libro che sta diventando un film. Storia di due italiani che ce l’hanno fatta.
Un produttore “fuggito” dall’Italia e un autore di successo si incontrano a Orlando. Due parole e nasce un film. La premessa stessa, sembra una sceneggiatura. E invece…
E invece è andata esattamente così. Mi trovavo ad Orlando, dove lavoro con la mia società di produzione, per lavorare a una serie Disney. Un giorno sul lavoro arriva a trovarmi Davide Simon Mazzoli, che già aveva pubblicato diversi libri in Italia. L’aveva mandato una nostra amica comune, convinta che conoscerci avrebbe fatto bene a entrambi. Mi ha parlato del suo lavoro, dell’entusiasmo che mette in ogni progetto e mi ha fatto leggere il libro che aveva scritto con suo cugino, il dee jay Marco Mazzoli, “inventore” dello zoo di 105.
Conoscevi il programma?
Lo conoscevo, ma per come lo conoscono tutti. Per l’ironia, il coraggio, l’irriverenza. Non ne conoscevo la storia, Una storia dove questi ingredienti ci sono, ma c’è anche la voglia di farcela, la difesa delle proprie idee e molta emozione. Contagiato, ho sposato la causa.
Veniamo al tuo lavoro. Il produttore ha a che fare più con i conti che con le emozioni. Come si fa ad andare d’accordo con un creativo facendo tornare i conti?
La capacità di Davide è forse proprio quella di comprendere e ragionare anche tenendo conto questi aspetti che sono meno poetici e che competono me in prima persona, anche se, comunque anche Davide, come me è produttore del film non solo autore e regista. Ma non è questione di cariche: il confronto sta alla base di tutto.
Entrambi a Orlando, ma il film sarà distribuito, come si legge, da Medusa e ci sono altre aziende italiane coinvolte. Cosa dovrebbe imparare il cinema italiano da quello americano?
Quello che ha fatto decidere me di andare a Orlando e produrre la maggior parte del mio lavoro lì è il metodo. Hai la sensazione, lì, concreta, di lavorare in un’industria, dove ognuno, dal più grande al più piccolo ha un ruolo, con i doveri, le responsabilità e il rispetto di tempi e costi che questo comporta. In Italia questo si è un po’ perso. Ma in questa operazione siamo felici di poter sventolare orgogliosi la bandiera del Made In Italy.
Le aziende italiane stanno usando il vostro film, in uscita a febbraio 2016, come vetrina. Cosa le spinge ad investire su un prodotto come un film nell’era di Internet?
Perché il sapore è differente. Un film è per sempre, passa dal cinema, finisce in dvd, arriva nelle case tramite sky e il digitale terreste, ci rimane grazie all’on demand, o addirittura su celllulari e tablet se viene acquistato o scaricato per il noleggio. Non è uno spot con una durata di una stagione. È un esserci, esser parte, passatemi il termine, di una storia di successo.