Palazzo Murat di Positano è stato votato come migliore hotel d’Italia nella classifica mondiale di Expedia, popolare portale di viaggi on line ed è al 14esimo posto nel ranking mondiale. Abbiamo chiesto a Vito Attanasio, titolare della struttura, come si fa a mantenere standard di qualità così elevati
Il riconoscimento ottenuto ci inorgoglisce non poco perché è frutto del giudizio dei vacanzieri e, quindi, del tutto autentico.
La classifica Expedia è, infatti, realizzata attraverso l’incrocio di oltre un milione di opinioni emerse dalle recensioni di veri viaggiatori, i giudizi espressi da market manager locali di Expedia e un sistema di rating che compara il punteggio medio ottenuto quotidianamente dalle singole strutture con quello di alberghi simili. La valutazione positiva arriva pertanto da chi ha provato con mano la qualità della nostra offerta, certificando così la cura minuziosa e l’attenzione scrupolosa che riserviamo alla nostra clientela. Per me e la mia famiglia (Vito Attanasio è il titolare della struttura insieme alla sua famiglia) accoglienza è culto e cultura, è ospitalità prima ancora che turismo.
Ovviamente, il merito non è esclusivamente nostro: il riconoscimento va condiviso con “Positano” stessa, un luogo dall’intramontabile fascino che non conosce – fortunatamente – crisi di domanda.
In cosa, per la sua comprovata esperienza, dovrebbe migliorare l’offerta turisticadel nostro Paese e in particolare della Campania?
La nostra regione ormai da anni non sfrutta a pieno il proprio potenziale turistico a causa di storture che riguardano in particolare le infrastrutture materiali che non consentono collegamenti efficienti né via mare, né via terra. È difficile “vendere” anche la Costiera Amalfitana e le sue perle ricettive se sono poi nei fatti difficilmente raggiungibili.
Occorrerebbe inoltre – e purtroppo anche questa è una questione da tempo sospesa – lavorare per favorire una corretta destagionalizzazione turistica, valorizzando meglio le tante risorse artistiche e le attrazioni culturali della nostra regione.
Esiste, infine, una responsabilità delle istituzioni circa la confusione normativa sulle varie strutture ricettive che insistono sui nostri territori. Le alternative di ospitalità – penso ad esempio alle case vacanze che spesso applicano prezzi con bassa marginalità – nate per sviluppare un turismo diverso hanno invece creato oggi un vero e proprio mercato parallelo incontrollabile, sfuggendo troppo spesso ad ogni forma di controllo imposto dalla legislazione vigente. Il fenomeno andrebbe una volta e per tutte affrontato e risolto, anche nell’interesse dei turisti.
Chi è il turista tipo che sceglie Positano come propria destinazione vacanziera?
Positano è da tempo il buen retiro preferito dal mercato americano, con una percentuale di arrivi pari al 55%. È una clientela facoltosa, ma esigente al tempo stesso. Acquirenti emergenti sono poi i brasiliani, sempre più numerosi in Costiera. In generale comunque chi sceglie Positano e il Palazzo Murat lo fa essenzialmente per ragioni romantiche, le stesse che spesso rappresentano un buon motivo anche per ritornarci.
LA STORIA
Il Palazzo Murat é un elegante albergo realizzato dal restauro di un antico palazzo del Settecento. Lo stile barocco napoletano di scuola vanvitelliana esalta le antiche strutture, gli oggetti d’epoca ne arricchiscono l ’arredamento, ed insieme alla felice collocazione, fanno di questa residenza un posto unico al mondo.
Deve il suo nome all’esproprio ordinato dall’ex Re di Napoli (1808 al 1815) che ne fece la sua alcova per incontri clandestini lontano dagli occhi della consorte, Carolina Bonaparte, sorella di Napoleone.
Difficile trovare tracce dopo la caduta della dominazione Francese e l’avvento dei Borbone. Verso la fine del secolo XIX, la proprietà cade in abbandono e viene divisa in diversi lotti tra famiglie contadine del paese.
All’inizio del novecento dopo la prima guerra mondiale anche Positano vive l’epopea dell’emigrazione. Si viveva di pesca e agricoltura, il tenore di vita era molto basso, il territorio non offriva grosse possibilità. Le terre coltivabili erano poche ed impervie. Si era creata l’abitudine nelle famiglie numerose, che i figli maggiori aiutassero nei lavori, mentre i mediani erano costretti all’emigrazione. La meta più ambita erano gli Stati Uniti, all’epoca in forte fase di crescita, che offriva lavoro e sogni.
Nasce “Little Positano”, nella 35ma di NY. I Positanesi all’inizio si accontentano dei lavori più umili, per poi crescere e creare attività in proprio, senza mai dimenticare le proprie origini, e sostenendo l’economia di Positano anche se lontani.
La storia di Positano ha un profondo cambiamento durante la seconda Guerra Mondiale: con l’esercito alleato fermato per mesi a Cassino dai Tedeschi, Positano diventa “Resting House” per gli ufficiali anglo-americani, il Generale Clark requisisce l’Hotel Miramare per farne il suo quartier generale. Tutti gli ufficiali che qui hanno soggiornato diventano i promotori della costiera Amalfitana nel mondo.
Comincia così la vocazione turistica di Positano.
Intanto gli emigranti continuano ad investire nel paese d’origine grazie al boom economico americano ed anche per Palazzo Murat il destino è uguale.
Gli avi degli attuali proprietari, la Famiglia Attanasio, a cominciare da Alfonso Cinque, padre della mitica Donna Carmela, è tra i primi a credere nel turismo d’elite, ed investe tutti i suoi risparmi per l’acquisto della proprietà. Il figlio “Carlino” fondatore del “San Pietro” contribuisce significativamente a rendere Positano una delle località più conosciute ed apprezzate al mondo.