Panucci: “Lo Stato saldi i propri debiti per garantire la ripresa degli investimenti”

Un ulteriore rafforzamento dell’impianto complessivo del provvedimento potrà anche derivare dai correttivi alle sanzioni già previste nel caso di inadempimenti e dall’introduzione di un vincolo di destinazione per le risorse stanziate, finalizzate solo ed esclusivamente al saldo dei debiti commerciali contratti dalle amministrazioni

 

 

Immettere liquidità nell’economia è un imperativo, se vogliamo davvero invertire la rotta e liberarci dalla morsa della crisi economica che ci sta stritolando. Ma è anche un impegno o, più precisamente, il rispetto di un impegno: lo Stato deve pagare i propri debiti.

Alle nostre imprese manca ossigeno. Da una parte sono vessate da un fisco troppo elevato e dall’altra si scontrano con la crescente difficoltà di accesso al credito.
In questo quadro è ancora più inaccettabile che le imprese italiane non possano contare sulle proprie risorse, ovvero sulla liquidità costituita dai loro crediti nei confronti della Pubblica Amministrazione.

Si tratta di risorse che potranno consentire alle aziende di tornare ad investire, di aumentare il proprio patrimonio e la propria dimensione, di affrontare i mercati internazionali.

Le simulazioni del nostro Centro Studi indicano chiaramente che l’immissione di liquidità nell’economia innesca un circuito virtuoso, ma il pagamento dei debiti della PA non è solo una questione economica.
È un fattore che attiene alla certezza del diritto e al rispetto degli impegni e dei contratti. Pagare i debiti è un atto dovuto e, in un Paese civile, deve essere un irrinunciabile punto d’onore – soprattutto per lo Stato – e non il frutto del ricorso ad un provvedimento d’urgenza. Lo Stato per primo deve dare il buon esempio, soprattutto in un momento come questo, in cui la fiducia dei cittadini nelle Istituzioni è stata minata nel profondo.

Confindustria ha guardato con favore ai passi avanti degli ultimi mesi e, da ultimo, all’adozione di quelle misure definite “improcrastinabili” perfino dal Capo dello Stato, a seguito dell’incontro con il Presidente Squinzi.
Il recepimento nel nostro ordinamento della direttiva late payments, primo atto del percorso attualmente in itinere, è infatti certamente un fatto positivo perché, in futuro, riporterà il giusto equilibrio nei rapporti commerciali, sia tra i privati che tra le imprese e la Pubblica Amministrazione.
La nuova disciplina supererà contrapposizioni che, spesso, hanno determinato una vera e propria alterazione delle ordinarie dinamiche di mercato.
La direttiva tuttavia sarà applicata ai contratti futuri, quindi intanto è prioritario procedere allo smaltimento di tutto lo stock di debito pregresso.

Nel “Progetto Confindustria per l’Italia” abbiamo evidenziato con determinazione la necessità che si provveda urgentemente a liquidare almeno i due terzi dei 71 miliardi stimati inizialmente da Banca d’Italia, che in base alle stime aggiornate sono invece pari a 91 miliardi.
Questa misura fa parte della “terapia d’urto”, che deve segnare una forte discontinuità e produrre effetti economici immediati per rendere nuovamente competitive le nostre imprese. Riteniamo infatti fondamentale che lo Stato saldi i propri debiti per garantire la ripresa degli investimenti, sia pubblici che privati, da quelli in infrastrutture a quelli in ricerca e innovazione.
Il Decreto Legge sui pagamenti varato recentemente dal Governo va quindi nella direzione che abbiamo indicato. É vero che siamo al di sotto di quanto abbiamo chiesto, ma è giusto riconoscere per la prima volta il problema viene affrontato in modo concreto. Lo stanziamento di 40 miliardi di euro in due anni infatti non ha precedenti. 

Il provvedimento tuttavia presenta luci e ombre. Nella nostra audizione parlamentare abbiamo indicato puntualmente i correttivi necessari per superare le criticità e, soprattutto, per rendere immediatamente e pienamente operativo il decreto. Tutto questo senza alterare il perimetro del provvedimento e senza perdere di vista il nostro obiettivo principale: fare presto perché le imprese sono davvero allo stremo.
É necessario semplificare i meccanismi per accedere alle anticipazioni e quindi all’utilizzo degli spazi finanziari, da parte degli enti locali. Inoltre è importante stabilire termini rapidi e certi entro cui le amministrazioni devono provvedere.
Un ulteriore rafforzamento dell’impianto del decreto potrà anche derivare dai correttivi alle sanzioni già previste nel caso di inadempimenti e dall’introduzione di un vincolo di destinazione per le risorse stanziate, che devono essere finalizzate solo ed esclusivamente al saldo dei debiti commerciali contratti dalle amministrazioni.
Confindustria vigilerà, anche attraverso la propria rete capillare sul territorio, affinché, in tempi rapidi, affluisca fino all’ultimo euro nelle casse delle imprese.
È solo il primo tempo di una partita ancora lunga perché è imprescindibile smaltire l’intero stock di debito pregresso. Il richiamo al tema dei pagamenti della PA, contenuto sia nella relazione dei Saggi che nel discorso programmatico del neo Presidente del Consiglio Letta, ci incoraggia.

Nel secondo tempo, tocca a ciascuno degli attori coinvolti, Confindustria compresa, impegnarsi per consolidare gli effetti e i risultati del processo avviato. É una partita che possiamo e dobbiamo vincere.

É il match di spareggio per tornare in serie A.