Percorsa da una grammatica visiva fitta di segni e di oggetti, di affetti e di cose, la parabola visiva messa in campo da Pierpaolo Lista con Unknown Destination presenta un discorso che fa i conti con il quotidiano per costruire una prosa vitrea fatta di piccoli dettagli, di accenni e accenti preziosi.
Ricche di umorismo e di attenzione ai materiali minimi e miocinetici dell’arte, spigolose e apparentemente ostili, le sue opere – realizzate, tutte, su una base in vetro visarm o in cristallo – mirano ad introdurre in uno spazio ovattato, imbottito di colori densi e cremosi, intriso di emblemi che evitano i rumori del mondo e costruiscono scenari silenziosi, ossessivi, buttati giù apparentemente di getto, con pennellate rapide e ripide, grafi sicuri, leggeri, folgoranti. La sua pittura è, difatti, come un fondo di rumore più morbido del silenzio, un lieve vento che passa nel folto di un bosco, o un mormorio d’acqua che rampolla e si perde in un prato.
L’adozione del vetro visarm, eletto assieme al cristallo a unico supporto della propria pittura (una pittura il cui procedimento capovolge il dettato operativo del dipingere per privilegiare il retro della lastra vitrea), serve a Lista per stabilire un rapporto diretto con lo spettatore. Uno spettatore che incontra la propria immagine nell’opera facendo entrare nella pittura il momento stesso della fruizione e il tempo come vita vissuta. Lista introduce lo spettatore, così, all’interno di un orizzonte di pensiero che si fa immagine, colpo d’occhio, memoria di cose e di concetti, intervento critico, eroica protesta contro l’irreversibilità del tempo.
Unknown Destination – titolo del trittico che fa da viatico alla mostra –, Lascia passare (una Jepp con croce rossa), Qualcosa da leggere (dei libri con sfondo nero) Estinzione, Ogni cosa al suo posto e le impronte di Salto nel vuoto (un salto che è traccia indelebile della pittura) sono le opere che disegnano questo nuovo percorso, questa nuova personale che indica un movimento, un cammino, un viaggio privo di destinazione. Un viaggio che volge lo sguardo al di là della pittura e invita lo spettatore a interrogarsi, ancora una volta, sulle ragioni stesse del dipingere, dell’atto manuale, di un’atmosfera in cui la pittura si pronuncia come una poesia muta (Leonardo), come un salto nel vuoto della contemplazione, come ricerca di pensieri da pensare e da tradurre in immagini emotivamente efficaci, come eroica protesta contro l’irreversibilità del tempo.
Unknown Destination
a cura di Antonello Tolve
dal 18/09/2013 al 31/10/2013
Opening: mercoledì 18 settembre ore 18.30
Dino Morra Arte Contemporanea
Via Belledonne a Chiaia, 6 – NAPOLI