Tra nuove mescole e colori resta fondamentale verificarne lo stato di salute per guidare in sicurezza.
Estivi, invernali, adatti a tutte le stagioni: stiamo parlando degli pneumatici che, come calzature ideali per l’auto, vanno cambiati a seconda del clima e delle condizioni metereologiche, oltrechè ovviamente dello stato di usura del battistrada perché continuino a resistere con efficacia alle elevate sollecitazioni cui sono sottoposti.
Tra i compiti principali, infatti, una buona gomma per auto deve essere capace innanzitutto di una perfetta aderenza con il fondo stradale, per dare all’autovettura stabilità e controllo. Inoltre, se uno pneumatico è di qualità e in buono stato non avrà difficoltà a garantire massimo sostegno e controllo del peso della macchina, che oscilla grazie al gioco meccanico di cuscinetti e sospensioni.
A ogni pneumatico il suo peso
Il peso di una gomma, va ricordato, condiziona in modo diretto la cosiddetta resistenza al rotolamento, andando a incidere in maniera proporzionale sul consumo di carburante.
Un tempo le auto erano più lente e leggere e per “sopportarle” bastavano pneumatici di media resistenza e di mescola non troppo dura. Oggi, invece, al pari delle macchine, anche le gomme hanno subito non poche evoluzioni. Negli anni Sessanta e Settanta le vecchie gomme a “camera d’aria” hanno lasciato il posto ai cosiddetti pneumatici “corazzati”, dotati cioè di un’anima a rete di acciaio flessibile e robusta.
Auto più veloci, pneumatici più pesanti e prestanti.
L’aumento della resistenza delle gomme non solo ha aumentato la loro durata, ma ha anche permesso al guidatore di fare più strada e chilometri prima di fare un pit stop presso un buon centro – alte le referenze per Oponeo – per controllarle e, se opportuno, cambiarle. Ricordatevi che, anche se non usate spesso la vostra autovettura o lo fate solo per brevi spostamenti, le gomme invecchiano lo stesso.
Pneumatici 4.0
Nel corso del tempo, oltre al peso è cambiato anche il colore dello pneumatico. Le prime gomme in circolazione intorno agli anni ’60 erano o rosse o, in alternativa, bianche. Successivamente di frequente erano bicolori per poi diventare nere, così come le utilizziamo attualmente. La tinta scura è data dal Carbon Black, un derivato del petrolio che compone il 30 per cento di uno pneumatico per auto.
Oggi diverse sono le case automobilistiche che stanno rilanciando il colore in luogo del solito nero. La variazione è resa possibile grazie all’introduzione di un materiale speciale nella mescola che, senza alterare le caratteristiche performative del pneumatico di resistenza all’usura e all’abrasione, lo isola e protegge così da preservare il colore dai danni del tempo.
Sempre in tema di mescola, non mancano le novità. Da anni i tecnici sono alla ricerca di soluzioni alternative alla gomma naturale, maggiormente ecosostenibili e più facilmente reperibili. Recenti analisi dell’Ohio State University hanno evidenziato come addirittura lo scarto alimentare possa diventare risorsa. Nello specifico, sotto la lente di ingrandimento degli esperti sono finiti gusci d’uova e bucce di pomodoro. Gli studiosi hanno infatti dimostrato che si otterrebbe un nuovo materiale altamente flessibile, mescolando la polvere ottenuta dalla macinazione del guscio delle uova (dalle proprietà porose) con quella risultante dall’essicazione della buccia del pomodoro (riempitiva e capace di resistere alle alte temperature).
In attesa del brevetto, sembrerebbe inaugurata una via alternativa per rendere la produzione degli pneumatici più sostenibile, riducendo al contempo il problema relativo allo smaltimento delle gomme usurate.