Gaetano Cappelli con “Romanzo irresistibile della mia vita vera raccontata fin quasi negli-ultimi e-più straordinari sviluppi” torna a raccontare una grande indimenticabile storia, dove l’avventura straordinaria di una vita si sovrappone tragicomicamente a quella dell’Italia di questi ultimi decenni in un affresco che ha la ricchezza e l’intensità dei rapinosi romanzi di una volta, quelli che si leggevano d’un fiato fino all’arrivo del giorno
Ma può una donna amata in una lontanissima estate della giovinezza e mai più rivista, sconvolgere ancora, dopo più di trentanni, l’esistenza di un uomo?
È quanto accade a Giulio Guasso. Per lei, come in un romanzo di Fitzgerald, Giulio è divenuto scrittore e se non ne ha mai avuto il coraggio ci penserà il destino, attraverso le sue imperscrutabili trame, a farli rincontrare come, del resto, era già accaduto la prima volta. Messo al mondo per far da erede al sublime Arturo Benedetti Michelangeli – che lo chiede apparendo in sogno alla mamma – il giovane Giulio si ridurrà invece a insegnare pianoforte nei paesi dispersi tra le cupe foreste di un Sud selvaggio e incontaminato. Ma sarà proprio la madre di uno dei suoi allievi a mettere in moto la ruota del fato, procacciandogli l’incarico di pianista in un grande albergo di Ravello. Qui Giulio verrà proiettato a mille anni luce dall’esistenza nella sua grande famiglia meridionale, in quell’ambiente cosmopolita di cui ha avuto qualche fugace visione dai racconti di zio Sgiascì, carabiniere nella Roma della Dolce Vita e sciupafemmine impenitente nonché suo istruttore ai segreti dell’ars amandi.