È made in Campania la app, al momento sul tavolo del governo, capace di valutare il rischio di trasmissione del virus attraverso la catena dei contatti del singolo, ricostruendone numero, durata e tipologia
Il mondo dell’innovazione è ormai da settimane a lavoro per fornire soluzioni tecnologiche che possano arginare in concreto il propagarsi dell’emergenza sanitaria legata al Coronavirus.
Tra le proposte attualmente sul tavolo del governo ce n’è una che racchiude in sé il meglio dell’ecosistema campano dell’innovazione, sintesi perfetta dell’integrazione che da anni funziona in modo eccellente tra atenei, startup, spin off, distretti ad alta tecnologia, incubatori e centri di ricerca.
Stiamo parlando del progetto SM-Covid-19, una app sviluppata da un team di specialisti di SoftMining, spin-off dell’Università di Salerno, capace di valutare il rischio di trasmissione del virus attraverso la catena dei contatti del singolo, ricostruendone numero, durata e tipologia.
È un’app – come ci tiene a sottolineare il team di sviluppatori – di protezione individuale, che avvisa se e quando sei entrato in contatto con una persona che ha contagiato il virus, progettata con l’intento sia di garantire un’informazione aggiornata ai cittadini ed evitare così ogni forma di allarme ingiustificato, sia di offrire alle autorità sanitarie uno strumento evoluto ed efficace per il contenimento della diffusione del virus. Non c’è alcun fine economico o di raccolta indebita di dati sensibili, tanto meno l’applicazione vuole proporsi come diagnosi medica.
Ma come funziona?
Una volta installata, la app acquisirà informazioni sul numero e sulla durata degli incontri del possessore del dispositivo. Sulla scorta dei dati raccolti, sarà calcolato un “rischio probabile”. È importante sottolineare che, fino alla fine dei test, il rischio calcolato sarà sempre tenuto pari a 0 (zero). Solo le autorità sanitarie potranno indicare la positività di un individuo e solo con le stesse autorità sono condivise le informazioni.
Va, inoltre, precisato che la app SM-Covid-19 non acquisisce dati sensibili dell’utente, che non è mai né geolocalizzato, né reso riconoscibile. La app tiene traccia del solo numero, durata e tipo di contatti.
Il codice è condiviso con le autorità competenti e sarà reso disponibile a fine emergenza.
Più nel dettaglio, il funzionamento della app è idealmente diviso in tre parti: monitoraggio dei contatti, calcolo del rischio e comunicazione dei risultati.
- Monitoraggio dei contatti: sfruttando metodi di trasmissione dei dati orientati alle SAN (small area network) quali ANT, BT-LE, BT, AUDIO e WiFiP2P (in funzione della sensoristica disponibile sul dispositivo e incrociando (ove possibile) i dati di posizione provenienti da GPS e NetworkPosition (triangolazione basata su celle telefoniche), il telefono acquisisce un ID univoco di tutti gli smartphone in prossimità (da 2 a 30 m in base al tipo di sensori disponibili sul dispositivo) e ne conserva la durata. Ogni 60 min, i dati aggregati vengono salvati su un database google firebase messo in condivisione con le autorità sanitarie.
- Calcolo del rischio: la probabilità di contagio è calcolata sulla base di un modello (elemento originale, l’app non è solo un programma per la gestione dei dati, ma ha contenuti scientifici evoluti e l’elaborazione del dato rappresenta uno dei valori dell’app rispetto ad altre soluzioni) che tiene conto di durata del contatto, dei giorni trascorsi dal contatto e dal numero di questi contatti. I parametri del modello sono stati fissati utilizzando dati presenti nella letteratura scientifica e vengono continuamente aggiornati man mano che la rete neurale che utilizza questi dati viene addestrata a riconoscere il meccanismo di diffusione (altro elemento di originalità e valore scientifico).
- Comunicazione dei risultati: tutti i dati acquisti e il rischio calcolato sono accessibili alle autorità sanitarie. Gli ospedali possono leggere i dati di rischio e aggiornare lo stato di una persona (negativo o positivo al test). Il rischio calcolato per il singolo utilizzatore è funzione dei dati degli altri utilizzatori. Se una persona risulta positiva al test, il rischio di ogni altra persona con la quale questa sia venuta in contatto viene aggiornato automaticamente. In poche parole, se una persona con la quale si ha avuto un contatto 5 giorni prima si riveli positiva, il rischio di contagio viene aggiornato sul suo cellulare. Se il rischio di contagio è alto l’utente viene invitato a contattare volontariamente le autorità sanitarie perché possa essere monitorato. Ciascuno riceve le informazioni sul proprio stato di rischio, non su quello di altri. È garantito un completo anonimato.
Risultati: i cittadini saranno informati in tempo reale e potranno spontaneamente adottare misure cautelative (isolamento volontario) nei confronti delle persone più vicine. Le autorità sanitarie avranno uno strumento importante per concentrare i test sulle persone che hanno realmente avuto contatti efficaci.
Il team Covid-19 di SoftMining si avvale di un consorzio di epidemiologi, ingegneri, scienziati dei dati, programmatori, avvocati, professori e ricercatori provenienti da numerose società e istituzioni tra le quali, oltre SoftMining, ci sono: Nexus TLC, TruckY, PushApp, TTpoint Università di Salerno, Digital Magics, SDA Bocconi School of Management, Medical Facts, Apple Academy.
Sviluppatori
Stefano Piotto (SoftMining)
Luigi Di Biasi (SoftMining)
Francesco Serino (Nexus Tlc)
Vincenzo Canfora (Nexus Tlc)
Ennio Andrea Adinolfi (TruckY)
Fabrizio Ciaramella (TruckY)
Ottavio Sgrosso (PushApp)
Elia Crocetta (PushApp)
Collaboratori
Luca Vittorio Canepa
Roberto Luzi Crivellini
Luigi D’Acunto
Cesare Pianese
Gennaro Tesone
Giorgio Ventre