Stefano Piotto, il chimico/bioinformatico del team: «La ricerca è vedere ciò che tutti vedono e pensare ciò che nessuno ha mai pensato»
Partiamo dalla buona idea: chi sono i destinatari, quali le applicazioni e i mercati?
Nel corso degli ultimi anni abbiamo sviluppato algoritmi con elevata precisione per lo sviluppo di nuovi farmaci. L’utilizzo di questi permette di diminuire i costi e i tempi della ricerca e anche di ridurre sensibilmente la sperimentazione su animali.Il nostro mercato di riferimento è il mondo intero, a cominciare dalle grandi case farmaceutiche. SoftMining permette di fare un passo avanti nella direzione di prodotti più efficaci e più sicuri.
Avete ricevuto manifestazioni di interesse da parte di investitori italiani e/o stranieri?
Alcuni degli algoritmi che sono alla base di SoftMining sono già stati impiegati con successo nella progettazione di una molecola con elevata attività antitumorale che ha appena ricevuto un finanziamento di oltre 6 milioni di euro per un progetto Horizon 2020.
Abbiamo presentato le nostre idee anche a Pechino nell’ambito del China-Italy Science, Technology & Innovation Week e a Guiyang, presso il FantaxVC e presso il fondo di investimento Yunyan. In Italia abbiamo iniziato due progetti di sviluppo di nuovi farmaci con due aziende farmaceutiche.
Nel vostro caso l’innovazione è nata dal tentare nuove strade o dall’aver migliorato l’esistente?
Talvolta l’innovazione inizia con l’applicare soluzioni note a problemi del tutto nuovi. Noi abbiamo sfruttato l’elevata interdisciplinarità del team proponendo soluzioni che mescolano chimica, biologia, matematica e informatica. Nel nostro mondo si dice: “La ricerca è vedere ciò che tutti vedono e pensare ciò che nessuno ha mai pensato”. È una frase di Albert Szent-Gyorgyi. È vero anche nel nostro caso.
Cambiamento, creatività, rischio: quali di queste parole riconosce come sua attitudine?
Sicuramente la parola cambiamento è quella che meglio ci identifica. Per esempio, abbiamo applicato con successo tecniche di data mining e di intelligenza artificiale allo sviluppo di nuovi materiali. Le potenzialità di questo approccio sono immense e non sono limitate al solo settore farmaceutico.
SoftMining vuole cambiare il modo di fare ricerca farmaceutica, mediante l’impiego di sofisticate tecniche di calcolo, migliorando l’efficienza e la precisione con la quale si può valutare la potenziale tossicità di una molecola. Intervenendo nella fase di R&D, Softmining riduce i tempi, i costi e la necessità di usare animali nella sperimentazione preclinica. Nei suoi laboratori è stata sviluppata una intera piattaforma di software specializzati. Questo approccio ha permesso di ottimizzare il processo di progettazione sia di nuovi antibiotici, sia di nuovi antitumorali.
I risultati scientifici sono testimoniati dalle numerose pubblicazioni e dai finanziamenti ottenuti. Il team è costituito da Stefano Piotto (Chimico/Bioinformatico); Luigi Di Biasi (Bioinformatico) e Lucia Sessa (Drug designer).