SRM: «È al Sud il 62% delle Energie Rinnovabili»

ALESSANDRO PANARO WEB Le energie alternative rinnovabili contribuiscono in modo significativo alla creazione di nuovi posti di lavoro: alcune stime mostrano circa 100mila addetti al settore in Italia, di cui 25mila nelle biomasse, 10mila nell’eolico, poco meno di 6mila nel fotovoltaico

 

Il Sud è l’area del Paese con il maggior potenziale di energie alternative rinnovabili (eolico, solare, biomasse e biogas) : è, infatti, nelle regioni meridionali che si concentra quasi il 62% della potenza installata.
Attualmente la quota di energia rinnovabile sul consumo per regione è del 14,3% in Campania, del 18,1% in Puglia, del 30,2% in Basilicata, del 36,9% in Calabria, del 10,5% in Sicilia.
Le energie alternative rinnovabili contribuiscono in modo significativo alla creazione di nuovi posti di lavoro: alcune stime mostrano circa 100mila addetti al settore in Italia, di cui 25mila nelle biomasse, 10mila nell’eolico, poco meno di 6mila nel fotovoltaico.
Secondo le previsioni della Commissione Europea, l’occupazione nel settore potrà crescere di qui al 2020 fino a raggiungere 210mila nuovi occupati.
Tra le regioni meridionali Puglia, Sicilia e Campania registrano le percentuali di produzione energetica verde più significative: la Puglia il 17,7%, la Sicilia il 13,2%, la Campania l’8,9%.
In particolare, in Puglia si producono le maggiori quantità di energie rinnovabili, sia nel solare che nell’eolico e nelle bioenergie.
Questi i risultati più significativi a cui giunge una ricerca sul tema “Energie rinnovabili e territorio. Scenari economici, analisi del territorio e finanza per lo sviluppo”, realizzata da SRM e Svimez.

Di seguito sono illustrate le principali statistiche e le linee di policy della ricerca.

 

Il “vento”
L’energia eolica è prodotta per il 98% nel Mezzogiorno (26% in Puglia, 22% in Sicilia, 18% in Campania). Foggia è la prima provincia italiana per potenza eolica.
Nel comparto eolico su 487 impianti in Italia, 410 sono nelle regioni meridionali, di cui 31 in Calabria, 76 in Campania, 134 in Puglia, 28 in Basilicata e 62 in Sicilia.
Autorevoli stime danno un’occupazione totale al 2020 di circa 47mila unità, tra diretti, oltre 13.200, e indiretti, poco meno di 33.700. Di questi, 11.700 in Puglia – oggi nella regione gli addetti sono meno di 7mila – 8.738 in Campania – oggi sono 4.704 – 7.537 in Sicilia – oggi sono 3.980 – 4.484 in Calabria – oggi sono 2.509 – 2.675 in Basilicata – oggi sono 1.892, più di 6330 in Sardegna, oggi sono 2.500, 3.167 in Abruzzo, che attualmente ha 1.444 addetti, e, infine, circa 2300 in Molise, oggi sono 1.495.

 

Il “sole”
Su circa 178mila impianti in Italia, 43.366 sono al Sud, di cui 9.284 in Sicilia (pari al 21,4% di quelli meridionali), 10.973 in Puglia (pari al 25,3%), 4.539 in Campania (pari al 10,5%), 4.114 in Calabria (pari al 9,5%), più di 1.814 in Basilicata (pari al 4,2%), 8.323 in Sardegna (pari al 19,2%), 604 in Molise (pari all’1,4%), 3.715 in Abruzzo (pari all’8,6%). La potenza installata nelle regioni meridionali supera il 35% del totale nazionale. Nel settore fotovoltaico la ricerca contiene un’interessante analisi su base comunale, volta ad individuare i Poli Fotovoltaici delle regioni meridionali, vale a dire i nuclei di concentrazione dell’energia solare in termini di potenza installata e numero di impianti; a titolo di esempio in Campania spiccano i numeri dei Comuni di Giugliano, Napoli, Nola e Pomigliano; in Puglia, invece, Bari, Monopoli, Turi e Gravina di Puglia.

 

Bioenergie
Per le Biomasse liquide, solide e biogas, sul totale di circa 670 impianti in Italia, 97 sono nel Mezzogiorno, di cui 25 in Puglia, 22 in Campania, 12 in Calabria, 11 in Sicilia, 5 in Basilicata, 12 in Sardegna, 7 in Abruzzo e 3 in Molise. La potenza installata al Sud è pari al 32% del totale nazionale. Anche questo è un settore dove servono norme più chiare e dove va definita meglio la  strategia di sviluppo.

 

Geotermia
Le aree italiane con la maggiore ricchezza geotermica sono nel Mezzogiorno, lungo il Tirreno meridionale, in Campania, Sicilia, in un’enorme area off shore che va dalle coste campane alle isole Eolie e, in misura minore, in Sardegna e in Puglia.
La geotermia può diventare una grande opportunità per l’economia meridionale. Perché a livello mondiale ha una potenzialità di sviluppo pari a circa tre volte quella del solare e a dieci volte quella dell’eolico. Inoltre, può offrire, diversamente dalle altre fonti rinnovabili, una produzione continua e costante e una elevata versatilità di dimensione di impianto; gli investimenti in energia geotermica hanno un ritorno in 5 anni; è l’unica fonte energetica presente in Italia in quantità molto maggiore degli altri paesi europei, eccetto l’Islanda. E infine la maggior parte delle tecnologie necessarie per produrla sono made in Italy.
Attualmente in Italia è sfruttata solo in Toscana, con 33 impianti tra Pisa, Siena e Grosseto.
La Campania è la regione col maggior potenziale geotermico nazionale, grazie in particolare ai Campi Flegrei e ad Ischia, seguita dalla Sicilia dove c’è l’isola di Vulcano.   

 

Lo studio SRM analizza altresì le dinamiche evolutive di un settore strategico per lo sviluppo del nostro Paese, soprattutto in una visione europea e mondiale, considerando gli obiettivi di efficienza energetica e fonti rinnovabili fissati al 20-20-20 per i Paesi membri dell’UE. Solare, Eolico, Bioenergie, Geotermia sono infatti tra le fonti pulite su cui l’Italia sta investendo e deve continuare ad investire per garantire crescita, occupazione ma anche innovazione e internazionalizzazione. La ricerca richiama alla forte necessità di puntare su questo comparto anche in virtù della strategia del nostro Paese che ha avuto una “sterzata” naturale verso le rinnovabili anche in virtù dei risultati del referendum  che hanno avuto esito negativo per lo sviluppo del nucleare ma non solo; le rinnovabili inoltre garantiscono la svolta ambientale di cui ha bisogno il nostro paese che “soffre” della dipendenza dall’import delle, pur importanti, fonti fossili.

La ricerca sulla green economy vuole incoraggiare lo sviluppo di un sistema energetico competitivo, sottolineando il ruolo chiave che può e deve svolgere il Mezzogiorno in quanto territorio capofila in Italia per la grande disponibilità di risorse, sia su scala internazionale nel campo delle infrastrutture di trasmissione, sia a livello di sistemi produttivi locali.
 
Le risorse finanziarie
Ingenti sono le risorse finanziarie comunitarie previste per le energie pulite dal POIN-Energia 2007-2013 per le rinnovabili nel Mezzogiorno; sono previsti fondi per un totale di circa 780 milioni di euro; il totale dei POR 2007-2013 per le regioni del Sud (intese come Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sardegna e Sicilia)  ammontano invece a oltre 950 milioni di Euro.

 

Le linee di policy

•    Definire un piano puntuale di sviluppo energetico di medio-lungo periodo;
•    Individuare una strategia sui sistemi di incentivazione volta a dare una maggiore certezza sui fondi disponibili e che sia burocraticamente più sostenibile;
•    Razionalizzare le competenze pubbliche dati i numerosi enti competenti in materia;
•    Semplificare e omogeneizzare le procedure amministrative per l’installazione degli impianti;
•    Rendere maggiormente efficiente ed efficace l’utilizzo e la fruizione dei fondi comunitari;
•    Sensibilizzare maggiormente imprese e consumatori all’efficienza e al risparmio energetico.