È necessario che il contribuente disponga sempre di sufficienti elementi per comprendere la posizione dell’ufficio in ordine alla somma che gli viene richiesta
È necessario che il contribuente disponga sempre di sufficienti elementi per comprendere la posizione dell’ufficio in ordine alla somma che gli viene richiesta
Con la sentenza n. 23365 del 15 ottobre 2013 la Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso presentato dall’azienda comminato a un dipendente che durante la malattia lavorava presso un’agenzia immobiliare. I perché giustificati del reintegro
È auspicabile, nella generale e urgente riforma del processo tributario, cancellare il divieto della testimonianza per dare la possibilità al difensore del contribuente di potersi difendere senza alcuna limitazione, proprio nel rispetto dell’effettivo principio “della parità delle armi”
La controversia è scaturita da una cartella di pagamento, di cui il contribuente ha chiesto l’annullamento eccependo un vizio di notifica, consistito nel mancato rispetto di tutti gli adempimenti richiesti dalla legge. Il messo notificatore infatti aveva omesso di annotare quale fosse il numero civico dello stabile presso il quale aveva cercato il destinatario dell’atto
Colpevole il cassiere allontanatosi dal luogo di lavoro per la pausa.
La Corte di Cassazione sezione Lavoro, con sentenza del 28 marzo 2013 n. 7819, confermando la sentenza della Corte di Appello di Caltanissetta, ha affermato la legittimità del licenziamento irrogato da un Istituto bancario al proprio dipendente nella sua qualità di cassiere, cui venivano contestati tre diversi addebiti tra cui l’allontanamento da posto di lavoro per la pausa caffè.