
Con il maxiemendamento anche il mondo delle professioni, al pari delle piccole imprese, potrà beneficiare dei fondi strutturali FSE e FESR previsti nella programmazione negoziata per il periodo 2014/2020
Con il maxiemendamento anche il mondo delle professioni, al pari delle piccole imprese, potrà beneficiare dei fondi strutturali FSE e FESR previsti nella programmazione negoziata per il periodo 2014/2020
Il clima sta cambiando. Questa l’indicazione emersa dalle nuove previsioni del Centro Studi Confindustria che ha rivisto al rialzo le stime per il Pil italiano: un +1% quest’anno, +1,5% il prossimo, grazie soprattutto alla spinta che arriva da diversi fattori esterni – tra tutti, l’ulteriore riduzione del prezzo del petrolio – che contribuiscono a rafforzare un quadro che, finalmente, volge al positivo.
Per il Vice Presidente per il Mezzogiorno di Confindustria, Alessandro Laterza, se l’Italia vuole tornare ad essere un grande paese industriale è fondamentale che i quasi 30 miliardi di fondi assegnategli – di cui i 2/3 destinati alle regioni del Sud – contribuiscano al rilancio di una rinnovata politica industriale basata sul manifatturiero, che valorizzi i settori del turismo, dei servizi, della cultura, dell’agroindustria e favorisca il progressivo spostamento delle imprese verso produzioni più efficienti e ad alto valore aggiunto. Dovranno altresì promuovere l’occupazione e la riduzione del cuneo fiscale, nonché rilanciare gli investimenti infrastrutturali attraverso programmi equilibrati tra grandi medie e piccole opere
Nel periodo tra la metà del 2013 e la fine del 2015, vanno spese risorse per circa 30 miliardi di euro, senza contare che dal primo gennaio 2014 prenderà il via anche il nuovo periodo di programmazione 2014-2020, nel corso del quale il nostro Paese potrà contare su oltre 28 miliardi di euro di fondi strutturali, di cui oltre 20 per le sole Regioni meridionali, maggiormente in ritardo