L’incontro di Lisbona del 21 maggio ha scelto un taglio operativo e imprenditoriale per occuparsi di sviluppo sostenibile. La lista dei partecipanti è fitta di nomi della Sponda Sud e Nord dell’Europa: sono pochi quelli italiani.
Ci sembra allora che non solo alla politica, ma anche a gran parte delle imprese italiane stia ancora sfuggendo che vendere all’estero il prodotto finale della catena produttiva non è condizione sufficiente per internazionalizzarsi in maniera durevole