La sentenza n. 3186 del 2017 stabilisce che non è necessario acquisire la prova di comportamenti illeciti del dipendente, ma, a integrare la violazione dell’obbligo di fedeltà, è sufficiente la mera attività del lavoratore di trattazione di affari in concorrenza, per conto proprio o di una impresa terza
Permessi per l’assistenza ai familiari, istruzioni per un uso corretto
La Cassazione non fa sconti neanche a chi li aveva utilizzati per scopi legittimi e utili, come la frequentazione di un corso di laurea di giorno, assicurando comunque attività assistenziale di sera
Il licenziamento discriminatorio della lavoratrice madre
Spetta al datore dimostrare l’inesistenza di comportamenti contra legem nel trasferimento della dipendente che ha ripreso il lavoro dopo il congedo per maternità
Licenziamento del dipendente pubblico, la Cassazione cambia parere
La responsabilità è degli Organi Giudicanti oppure delle normative non chiare? Si attendono ulteriori sviluppi, in particolare la riforma del pubblico impiego
Cassazione, cosa rischia il lavoratore improduttivo
Con la sentenza n. 14310/2015 la Suprema Corte ha confermato il licenziamento di un dipendente che ometteva di compilare il “performance dialogue”, oltre ad avere un rendimento decisamente scarso
Apprendistato e giustificato motivo oggettivo di licenziamento
L’ingresso di nuovi soci nella compagine societaria giustifica il licenziamento dell’apprendista che ricopriva le stesse mansioni? Il commento alla sentenza n. 12242 del 12 giugno 2015
Storia di una chat fatale
Licenziato un dipendente – adescato, sotto mentite spoglie, dal suo capo del personale esasperato dal comportamento illecito dello stesso – per essersi connesso ripetutamente durante l’orario di lavoro a una piattaforma social
Lavoro, i rischi derivanti da una non corretta gestione del personale
La Corte di Cassazione con la sentenza n. 1262/2015 ha solo in parte confermato i verdetti di primo e secondo grado limitatamente alla dequalificazione e mobbing di un lavoratore, ma ha cassato quella di licenziamento
Maresca: «La riforma tutela l’occupazione del lavoratore, non il suo posto di lavoro»
Secondo il professore di Diritto del Lavoro, Arturo Maresca, il legislatore vuole soprattutto spostare il flusso di assunzioni verso il tempo indeterminato
Venti anni per una sentenza di lavoro non ancora definitiva
Ad oggi le due parti in causa dovranno attendere il pronunciamento della Corte di Appello di Firenze, cui il procedimento è stato rinviato, nella speranza che questa si adegui alle indicazioni della Cassazione