La Corte di Cassazione con la sentenza n. 18678/2014 ha confermato il licenziamento del lavoratore per assenze ripetute, pur giustificate da certificati di malattia, rigettandone il ricorso e condannandolo anche alle spese
Assenze “tattiche”: sì al licenziamento
Con la sentenza n. 18678/2014 la Corte di Cassazione amplia il principio dello scarso rendimento arrivando a giustificare il provvedimento risolutorio per un lavoratore poco proficuo
Licenziamento in corsia: quando una parola di troppo costa cara
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 16381 del 17 luglio 2014, ha sollevato dal suo incarico un Dirigente medico per mancata partecipazione alle riunioni di équipe e per critica all’operato di un collega, rigettandone il ricorso per addebiti inconfutabili
L’articolo 18 dopo la Riforma Fornero
Nella materia dei licenziamenti disciplinari resterebbe intatta la fondamentale norma di cui all’articolo 2106 del codice civile: il Giudice non è tenuto solo ad accertare l’effettiva sussistenza del fatto contestato nella sua materialità, ma deve valutare – fra l’altro – oltre ai profili soggettivi di dolo e colpa, anche se esso risulti così grave da giustificare l’applicazione della sanzione del licenziamento disciplinare con la conseguente risoluzione del rapporto di lavoro
Un caso di licenziamento illegittimo
Con la sentenza n. 23365 del 15 ottobre 2013 la Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso presentato dall’azienda comminato a un dipendente che durante la malattia lavorava presso un’agenzia immobiliare. I perché giustificati del reintegro
Licenziato per accesso a siti internet, reintegrato nel posto di lavoro
Il caso in esame riguarda il licenziamento comminato da una azienda, Casa di cura, al dipendente che durante l’orario di lavoro effettuava ripetutamente e senza autorizzazione accessi a siti internet. Nella lettera di contestazione il datore di lavoro aveva allegato per comprovarne le ragioni copiosa documentazione, attendendo le giustificazioni secondo quanto previsto dallo Statuto dei Lavoratori per le conseguenti decisioni. Vediamo come è andata a finire…
Licenziamenti: quando un caffè costa il posto
Colpevole il cassiere allontanatosi dal luogo di lavoro per la pausa.
La Corte di Cassazione sezione Lavoro, con sentenza del 28 marzo 2013 n. 7819, confermando la sentenza della Corte di Appello di Caltanissetta, ha affermato la legittimità del licenziamento irrogato da un Istituto bancario al proprio dipendente nella sua qualità di cassiere, cui venivano contestati tre diversi addebiti tra cui l’allontanamento da posto di lavoro per la pausa caffè.