Spesso anche in operazioni di innovazione culturale il vero protagonista nella promozione pare essere il solo risvolto commerciale. Come si presenta il caso Tim-Scuolabook-De Agostini
Dal 22 luglio 2014 Telecom Italia ha lanciato sul mercato una nuova offerta. La Tim College PACK. Cosa comprende: 1 tablet Huawei 10+ Una Sim dati con 2GB/mese, 2 GB internet al mese e tanti altri contenuti digitali per la scuola. Corso di lingua a scelta tra inglese, francese, tedesco e spagnolo incluso per 1 anno con De Agostini.
L’offerta prevede un contributo iniziale di 49 euro, mentre il costo mensile varia da 10 a 20 euro a seconda delle scelte e tariffe del cliente: accesso a corsi De Agostini on line in lingua (inglese, francese, tedesco, spagnolo); due dizionari Hoepli di italiano e inglese; 150 euro di bonus per acquisto di manuali e libri da Scuolabook.it (21 classici della letteratura e 3 manuali); poter far parte della piattaforma di apprendimento Oilproject e, infine, avere la protezione per il proprio tablet grazie a Timproject. L’offerta può essere attivata da clienti Tim fino a 30 anni di età.Partner di questo progetto è Scuolabook, la libreria digitale italiana nata nel 2008, in seguito all’approvazione della legge n.133 che prevede l’adozione di eBook nelle scuole – allo scopo di fornire materiale didattico digitale alle scuole secondarie di primo e secondo grado: Ebook, materiale audio, video e materiale integrativo come quiz ed esercizi vari. Fra ritardi nelle scuole su formazione studenti e aggiornamenti della docenza, succede che Scuolabook e Tim parlino direttamente al cliente, al consumatore finale: lo studente. Scuolabook consente agli editori di trasformare i loro cartacei in digitali, rendendoli eBook interattivi semplificando così quel processo di apprendimento sul piano dell’interattività.
Gli editori sono coinvolti sul piano dei contenuti e solo in minima parte. I processi di diffusione dei libri finiscono per parcellizzarsi in settori specifici e le case editrici finiscono per essere inglobate in un processo di vendita dei contenuti e in un guadagno che prevede la vendita dei singoli contenuti.
Testimonial dello spot-Tim è Pif, Pierfrancesco Diliberto, personalità mediatica di forte presa sul pubblico: noti sono i suoi servizi alle Iene, il suo programma “Il Testimone” su Mtv, il suo esordio come attore nel film “La mafia uccide solo d’estate” e il suo programma radiofonico “Il provinciale”, la sua comunicazione col pubblico si nutre proprio della simpatia e l’empatia che suscita attraverso la sua personalità.In un’operazione certo a scopo commerciale, ma di utilità soprattutto scolastica, editoriale, scuola ed editoria non sembrano proprio essere al centro della questione. Piuttosto, a guardare lo spot si nota il formarsi di un contrasto, dicotomico, quale nuovo-vecchio, pesante-leggero, antico-aggiornato…nessun elemento dialettico fra i termini posti, semmai un taglio netto.
Perché ancora una volta il problema dell’innovazione e degli aggiornamenti è attaccato sempre solita storia: i soldi; the same old story. Il privato (Telecom Italia) prende accordi con un’editoria ormai in balìa delle sue stesse onde, un’editoria che deve necessariamente dare i propri contenuti a un altro (Scuolabook),di cui garantirà e tutelerà i contenuti; poi c’è il testimonial che garantirà l’utilità e la positività di un prodotto per i figli e i genitori. Un buon acquisto, insomma.
Ma l’equivoco è sempre alle porte. La sensazione che persiste è che, di tutta la faccenda editoria digitale, innovazione, scuola, ancora non sia stato individuato il fine, lo scopo, l’utile positivo. Il che, come al solito, ha a che fare con una spinta ben più tenace della comprensione e della necessità di innovazione, direi anzi una scommessa, che sia davvero tale (faticata, voluta e divertita): l’innovazione culturale.