Transitare insieme verso il digitale

Nel corso del 2022, nascerà il Societing LAB, nel quale saranno creati percorsi di formazione messi a disposizione delle imprese attraverso il protocollo d’intesa siglato con la CCIAA per il progetto PIDMed e grazie anche alla partnership con il Premio Best Practices per l’Innovazione di Confindustria Salerno

 

Nel corso del 2020 è esploso il tema del digitale: l’impossibilità di movimento e la necessità di dare continuità a tutte le interazioni sociali, culturali, educative ed economiche hanno fatto aumentare la necessità di tecnologia. Questo ha riguardato tutti, comprese le imprese che hanno dovuto far fronte a nuove forme di comunicazione, vendita e consegna dei loro prodotti e servizi. Secondo i dati di Excelsior di Unioncamere rielaborati dall’Area Studi e Statistica – Camera di Commercio di Salerno (l’indagine Excelsior è realizzata da Unioncamere in accordo con l’ANPAL), la risposta digitale delle imprese alla pandemia è stata quella di una maggiore attenzione alla creazione di strategie più complesse, per affrontare il cambiamento in modo mirato attraverso investimenti organizzati sulla base di piani integrati per l’uso di soluzioni digitali, facendo maggiore attenzione all’organizzazione e ai modelli di business.

Questo è un aspetto importante da sottolineare perché, nel lavoro di transizione al digitale che si fa con le PMI, una delle difficoltà è proprio quella di affrontare il tema dell’innovazione tecnologica in modo sinergico e strategico, pensando agli impatti che queste trasformazioni hanno sull’organizzazione e dovendo ripensare tutte le strategie aziendali. Nel pre-Covid il lavoro fatto da PIDMed con le piccole e piccolissime imprese sul 4.0 ha consentito di osservare come queste fossero ancora distanti non solo dal 4.0, ma anche dalle tecnologie 2.0. Una delle principali difficoltà, infatti, è legata al fatto che la tecnologia deve poggiarsi su dei processi formalizzati, quasi del tutto assenti in piccole realtà. In moltissimi casi le imprese si basano sull’intuito dell’imprenditore e su pratiche che vengono letteralmente “tramandate” e che raramente sono formalizzate.

Per avanzare nella trasformazione digitale serve quindi un passaggio necessario: occorre definire e codificare i processi interni e le routine perché le tecnologie 4.0 non sono semplici strumenti. Quando parliamo di trasformazione digitale, parliamo di un cambiamento che ha a che fare con un vero e proprio cambio di modello rispetto a come funziona l’impresa e questo significa che se i processi non sono codificati e formalizzati – per capire dove si possa agganciare la tecnologia – può non essere utile acquistare quella tecnologia. Secondo i dati Excelsior, i primi investimenti delle imprese campane, in seguito all’arrivo del Covid, hanno riguardato l’internet veloce, cloud e analisi di big data; insieme a questi, sono stati fatti investimenti anche sulla sicurezza informatica. Dal punto di vista delle scelte organizzative la priorità è stata quella di adeguarsi alle necessità conseguenti la gestione dello smart working.

Per supportare strategie di cambiamento riguardo i loro modelli di business, le imprese campane hanno avuto l’esigenza di analizzare i nuovi comportamenti e bisogni dei clienti e di creare strategie di marketing digitale. Per far fronte a questi cambiamenti le imprese sono alla ricerca di figure professionali nuove. Secondo i dati Excelsior 2020, le posizioni lavorative per cui le imprese della provincia di Salerno hanno richiesto la capacità di gestire soluzioni innovative 4.0 sono oltre 26.640 su un totale di 59.220 di posizione aperte. É interessante osservare che il possesso di questa competenza legata alla capacità di gestire innovazioni tecnologiche 4.0 è richiesta con quote superiori al 50% ai Dirigenti e alle Professioni intellettuali e scientifiche, alle Professioni tecniche e agli Impiegati per i quali le imprese ritengono che la suddetta competenza debba essere anche di “elevata importanza”. Tuttavia, non è semplice reperire queste competenze digitali sul mercato del lavoro locale, tant’è vero che in tutte le province campane si sconta una difficoltà diffusa nel trovare figure-chiave che abbiano competenze digitali di base, competenze su utilizzo dei linguaggi e metodi matematici/informatici e sull’uso di tecnologie 4.0.

Nel percorso di PIDMed a supporto della transizione digitale si sta cercando di avvicinare le imprese alle tecnologie abilitanti (realtà virtuale, robotica, IoT, l’uso di Big Data, ecc.), attraverso un primo percorso di alfabetizzazione, cercando di far capire che l’innovazione tecnologica potrebbe valorizzare la loro specificità e la loro natura. Essendo spesso realtà che hanno parti del loro lavoro ad alto valore aggiunto perché molto artigianali, viene più spesso proposto loro di sperimentare cambiamenti non tanto sul loro core ma su aspetti strategici come l’amministrazione, la logistica o il marketing. Inoltre, PIDMed cerca di favorire la creazione di sistemi di imprese che, sullo stesso territorio, possano condividere soluzioni tecnologiche e dati per co-creare nuove strategie a vantaggio non solo della singola impresa ma dell’intero sistema territoriale in cui le aziende si trovano. La condivisione di dati ambientali/climatici raccolti da sensori così come l’analisi di dati legati ai flussi turistici o ancora dati di mercato legati alla provincia e/o alla regione e altre informazioni, possono favorire la creazione di nuove strategie e nuove soluzioni su cui tutti gli imprenditori interessati possono investire risorse, condividere il rischio, o anche ottenere più facilmente crediti ed eventuali risorse economiche. Per tutto questo serve, come abbiamo visto, che crescano e si diffondano nuove competenze digitali.

Per questo, nel corso del 2022, all’interno del Polo Tecnologico dell’Università Federico II, nascerà il Societing LAB, nel quale saranno creati percorsi di formazione tarati e cuciti sulle reali esigenze delle diverse tipologia di azienda, messi a disposizione delle imprese salernitane attraverso il protocollo d’intesa siglato con la CCIAA per il progetto PIDMed e grazie alla partnership con il Premio Best Practices per l’Innovazione di Confindustria Salerno lanciata dal palco nella scorsa edizione dal sottoscritto con Francesco Serravalle.

Perché l’innovazione digitale è una delle occasioni che le imprese possono sfruttare per generare maggior benessere e minori impatti sull’ambiente. Insieme.