Fondamentale una divulgazione culturale attenta alla sostenibilità, che abbia una dimensione sia internazionale – è il caso dei grandi corridoi europei dei trasporti – sia locale, come il delivery dei prodotti che ci facciamo recapitare a casa con il conseguente impatto ambientale
Ha inizio un nuovo anno che vedrà la Campania ancora una volta protagonista di sviluppo e innovazione nei settori del commercio e della logistica. La regione, infatti, conserva un ruolo significativo in termini sia di competenze imprenditoriali e gestionali, sia di infrastrutture e di risorse territoriali e umane. Considerata come una delle principali “piattaforme economiche” del Sud Italia, la Campania gode di una posizione geografica strategicamente baricentrica sia per i flussi di commercio nazionali che internazionali. Una realtà così incisiva da attribuirle il ruolo di “ponte mediterraneo” tra l’Asia, l’Africa e l’Europa centro-settentrionale, i cui nodi logistici principali comprendono Napoli e Salerno e gli interporti di Nola e Maddaloni/Marcianise, confermando la città di Salerno come una delle piazze più importanti d’Italia in termini di logistica e la seconda più importante in termini di intermodalità.
A ottobre 2018, ho avuto l’onore di partecipare al TEDxNapoli: TED è un’organizzazione no-profit dedicata alle idee che “vale la pena diffondere” (“Ideas Worth Spreading“). Iniziato 30 anni fa come una conferenza di quattro giorni in California, oggi le lezioni (TED Talks) coinvolgono realtà provenienti da tutto il mondo e abbracciano argomenti che spaziano dalla scienza all’arte, passando per la politica fino a temi di importanza globale e molto altro. I relatori provengono da società e nazioni diverse, per questo nascono i TEDx: conferenze indipendenti e locali che hanno l’obiettivo di supportare gli innovatori che desiderano amplificare l’impatto dei loro progetti e delle loro attività a livello globale.
Per il mio TED Talk ho voluto evidenziare l’importanza di riuscire ad orientare concretamente il settore dei trasporti in una direzione eco-sostenibile, grazie soprattutto alle recenti innovazioni disponibili. Da oggi al 2050, l’economia mondiale dovrà impegnare in media il 2% del suo Pil in soluzioni innovative per la decarbonizzazione, puntando su fonti rinnovabili, efficienza energetica ma anche e soprattutto su tecnologie abilitanti. Purtroppo, i consumi di energia primaria tradizionale sono aumentati, trainati dai trasporti e dalle attività industriali, imputando una grande responsabilità alla logistica.
Lo scorso 14 novembre, i quattro quinti del Parlamento europeo hanno approvato una proposta di regolamento della Commissione europea che impone limiti alle emissioni inquinanti dei veicoli pesanti, che dovrebbero essere ridotte nel 2030 del 35% rispetto a quelle attuali.
In questo drammatico scenario ritengo sia stata importante la voce di Greta Thunberg, la sedicenne svedese nota per essere un’icona della lotta contro i cambiamenti climatici, che pochi giorni fa ha tenuto un accorato discorso presso il World Economic Forum di Davos (dove è arrivata dopo 32 ore di treno, dal momento che non prende più l’aereo per alleggerire la sua impronta ecologica). Alla platea del WEF Greta ha dichiarato che siamo a 12 anni da una catastrofe, “dall’essere incapaci di correggere i nostri errori” e ha rinnovato la sua richiesta ai politici, ai banchieri, agli assi dell’economia e della finanza, ovvero ridurre la produzione di C02 del 50%. La sua conclusione rivolta direttamente ai decisori mondiali è stata quantomai centrata: “sul clima dovete entrare nel panico”, ha dichiarato alla fine del suo discorso.
Come imprenditore e rappresentante di diverse associazioni del settore dei trasporti, ritengo sia fondamentale una divulgazione culturale attenta alla sostenibilità, che abbia una dimensione sia internazionale – è il caso dei grandi corridoi europei dei trasporti – sia locale, come il delivery dei prodotti che ci facciamo recapitare a casa da Amazon con il conseguente impatto ambientale.
Vi siete mai chiesti quanto costi davvero il vostro food delivery a casa? Quanto costi a tutti – alla comunità come alla sostenibilità ambientale del pianeta – un qualsiasi prodotto vi venga consegnato in giornata a casa o in ufficio? Un aiuto alla comprensione lo fornisce l’analisi dei dati.
Nel 2018 il trasporto merci su gomma raggiunge in Italia i 167,5 miliardi di tonnellate per chilometro, rappresentando l’86,5% della logistica (rispetto al 76,4% in Europa) secondo i dati Eurostat. Oltre al prezzo, che sostenete direttamente, la vostra delivery ha un costo che riguarda la società tutta e che si quantifica in inquinamento. E non vi tragga in errore il cosiddetto “ultimo miglio”, quello che solitamente viene effettuato tramite mezzi di trasporto green, come la bicicletta, perché il problema è a monte e non è certo di piccole dimensioni. Le case costruttrici di veicoli industriali hanno investito ingenti somme nello sviluppo tecnologico dei truck, tanto da essere oggi in grado di offrire sul mercato veicoli che rispondono alle più avanzate norme sull’inquinamento e sulla sicurezza.
A oggi però questo sforzo tecnologico non è sfruttato a dovere, poiché il parco circolante italiano risulta essere tra i più datati d’Europa: i veicoli di portata maggiore o uguale alle 16 tonnellate hanno un’età media di 11,3 anni. Con il trend attuale saranno necessari 11 anni per sostituirli tutti. Dal punto di vista ambientale, è appena stata pubblicata l’indagine di GiPA (Istituto di ricerche di mercato specializzato nell’automotive) che ha stimato come in Italia, tra il 2000 e il 2016, per il solo contributo delle innovazioni tecnologiche introdotte, ci sia stata una riduzione di circa il 16% delle emissioni di gas serra imputabili al trasporto merci, ottenuta faticosamente in mancanza di un adeguato rinnovo del parco circolante. Con un completo rinnovo del parco dei veicoli industriali su gomma circolante in venti anni, da oggi al 2039, si avrebbe una riduzione della Co2 emessa di 58 milioni di tonnellate (fonte GiPA).
Mentre stati europei come la Germania e la Spagna stanno attuando politiche favorevoli per fronteggiare queste problematiche, l’Italia, quinto Paese esportatore nel mondo, è finita al 19° posto nella classifica delle performance logistiche e ha visto le sue imprese di autotrasporto ridurre del 75% la presenza sulle rotte internazionali. Non da ultimo, per la prima volta negli ultimi anni, l’attuale governo italiano ha deciso di non attuare politiche di incentivazione alla rottamazione dei veicoli di trasporto, dimostrando scarso interesse verso temi quali la sicurezza stradale e la sostenibilità ambientale. Per il Paese con il parco circolante più vecchio d’Europa questa decisione è quasi una condanna, sicuramente la dimostrazione di una visione politica irresponsabile.
Una risposta concreta e puntuale al problema dell’inquinamento dovuto ai trasporti arriva per fortuna dalle innovazioni sulle fonti alternative: mi riferisco al Gas Naturale Liquefatto (LNG), un carburante eco-compatibile in grande ascesa nel settore dei trasporti e della logistica che favorisce una riduzione stimata del 25% delle emissioni di Co2 e di oltre il 90% di NoX particolato.
L’uso dell’LNG è anche strategico ai fini del risparmio e dell’efficienza dell’autotrasporto in termini economici. Grazie all’impegno politico congiunto di Ue e governo italiano, e a progetti europei come l’LNG BLUE Corridors, il numero di stazioni di rifornimento è in costante crescita. Sono 115 le stazioni già esistenti in tutta Europa, con 45 nuove in arrivo, rendendo l’LNG un’alternativa importante rispetto al diesel. Un aiuto importante arriva anche dalla disruption digitale. La digitalizzazione, l’internet of things, l’intelligenza artificiale, la data science e la blockchain rappresentano gli asset più importanti della Quarta Rivoluzione Industriale, elementi fondamentali nell’evoluzione della logistica. L’innovazione più recente e rivoluzionaria è sicuramente la blockchain, che presenta un aspetto cruciale per tutti i settori: è uno strumento incorruttibile che rileva e traccia ogni anello della catena di flussi che sono i processi complessi.
Affinché la logistica impatti meno sul pianeta e contribuisca in modo positivo alla vita di tutti, ogni vettore deve attenersi a dei parametri di ecosostenibilità che la blockchain può verificare e certificare.
Le prime applicazioni di questa tecnologia dimostrano che la blockchain facilita una maggiore efficienza, nuovi modelli di business, una logistica commerciale più snella su scala globale, maggiore trasparenza e tracciabilità nella catena di fornitura e maggiore automazione dei processi commerciali nella logistica. Il tutto per una maggiore sostenibilità ambientale del settore dei trasporti. In conclusione – in un’era di profonde rivoluzioni politiche, sociali e professionali – ritengo sia fondamentale un dialogo costante con tutti gli stakeholder per accelerare la diffusione di una cultura digitale ed ecosostenibile, incentivata concretamente dalle istituzioni europee ed italiane.
Le nostre PMI – in primis quelle del sud Italia – devono essere guidate in un impegno attivo su temi come la sostenibilità ambientale, la trasformazione digitale e la corporate governance: tre distinti universi di competitività e sostenibilità delle imprese.