Diverse le aree in cui la regione potrebbe migliorare, per una valorizzazione che risulti in linea con le proprie caratteristiche ambientali, culturali, enogastronomiche, di identità e di stile di vita. Scopriamo quali sono
Le recenti analisi di SRM (Centro studi collegato al Gruppo Intesa Sanpaolo) sul settore evidenziano che le tensioni geopolitiche degli ultimi anni hanno modificato le mappe e le destinazioni turistiche, ma non hanno frenato il turismo.
Positivo è infatti il trend attuale della domanda turistica internazionale: il 2016 si è chiuso con 1.235 milioni di arrivi internazionali (Fonte: UNWTO-World Tourism Barometer, Agosto 2017), registrando un incremento su base annua del 3,9% e nel primo semestre 2017 (gennaio-giugno) la crescita migliore dal 2010 pari al +6,4% rispetto all’analogo periodo del 2016.
L’Italia resta nella Top 10 delle destinazioni del turismo internazionale
Gli arrivi turistici nel corso degli ultimi dieci anni sono aumentati da 88,3 milioni nel 2005 a 113,35 milioni nel 2016. Per l’anno 2016, con 55,3 milioni di turisti internazionali, il nostro Paese si conferma al 5° posto delle destinazioni turistiche mondiali più frequentate dal turismo straniero in termini di arrivi. Inoltre, le prime stime dell’Istat per il 2017 lasciano presagire un anno di rilevante crescita turistica: si rileva nel periodo gennaio-maggio una crescita dell’11,1% degli arrivi e del 9,7% delle presenze rispetto all’analogo periodo del 2016. Nell’ambito dello scenario turistico nazionale la Campania occupa un ruolo importante posizionandosi al 7° posto nella classifica nazionale per presenze (18,9 milioni) ed arrivi (5,3 milioni) ed è prima nel Mezzogiorno.Analizzando il trend di lungo periodo (2005/2015) della domanda turistica le performance della regione risultano positive in termini di arrivi +18,3% (+17,6% Mezzogiorno, +28,4% Italia) ma calano le presenze dell’1,8% (+6,9% Mezzogiorno, 10,6% Italia) a causa del trend negativo della domanda interna (-9,3%). La tendenza positiva viene confermata nell’ultimo biennio 2014/2015 con una crescita degli arrivi e delle presenze maggiore rispetto al dato meridionale e nazionale: +13,5 per gli arrivi e +4,4 per le presenze. Rispetto alla provenienza dei turisti, cresce la componente straniera ma si è ancora distanti dal dato medio nazionale. Gli arrivi stranieri sono passati dal 38,7% del totale del 2005 al 44,1% del 2015; le presenze dal 41,5% al 46,0%, mentre in Italia la componente straniera pesa circa il 50% sulla domanda turistica complessiva (peso arrivi stranieri 48,5%; peso presenze straniere 49,0%). Dagli ultimissimi dati della Banca d’Italia si rileva che i viaggiatori stranieri in Campania sono cresciuti del 19,6% nel 2016 (Italia 6,6%) e nel periodo gennaio maggio 2016/2017 del 12,8% (Italia 3,7%). Questi dati testimoniano la crescita del turismo campano.
Elevata è poi la stagionalità dei flussi turistici della regione
La Campania presenta una concentrazione di turisti nei mesi estivi superiore all’Italia: nel periodo maggio-settembre si registra il 63,8% degli arrivi di tutto l’anno; in Italia è del 60,4%. Tale trend è in crescita rispetto agli anni precedenti: i valori del 2005, infatti, erano del 58,5% per la Campania e del 57,8% per l’Italia.
In riferimento alle tipologie di località visitate, la Campania si caratterizza per una domanda prevalentemente interessata al balneare (40,1% degli arrivi), alle città (26,2%) e alle località storico-artistiche (25,9%). La diffusione di tali tematismi, in particolare di quello balneare, fa sì che il soggiorno medio del turista sia elevato, risultando maggiore anche lievemente del dato italiano: 3,6 contro 3,5 notti. Dal 2005 al 2015 la permanenza media in Campania è scesa da 4,3 a 3,6 notti (Italia da 4 a 3,5 notti).
Alla crescita della domanda, la regione “risponde” con una crescita dell’offerta
È interessante notare che la dimensione media degli alberghi sia passata da 64,8 posti letto nel 2005 a 70,1 nel 2015 mantenendosi su livelli maggiori rispetto al dato nazionale (67,8). Aumentano, inoltre, le strutture di maggiore stellaggio, segno che l’offerta si sta muovendo nella direzione giusta per soddisfare le preferenze della clientela. Il peso delle strutture a 4/5 stelle in Campania dal 23% del 2005 sale al 32,1% del 2015 (in Italia dall’11,6% al 18,2%), mentre in termini di posti letto si è giunti alla situazione in cui oltre la metà dell’offerta alberghiera (50,9%) è di elevato standing (36,7% in Italia).
Dall’analisi delle caratteristiche della domanda e dell’offerta turistica viene fuori una Campania caratterizzata da una propria attrattività nell’ambito della competizione globale -Mare, Ambiente, Cultura, Identità, Socialità, Stile di Vita, Accoglienza sono i punti di forza – alla luce anche dei principali cambiamenti nazionali e internazionali che stanno interessando il settore, con risvolti economici rilevanti.
Tuttavia il settore turistico campano presenta diverse aree di miglioramento. Partendo dalla consapevolezza che la ricchezza (valore aggiunto e occupazione) prodotta dal Turismo in questo momento è inferiore alle effettive potenzialità che l’area potrebbe raggiungere in relazione alle caratteristiche ambientali, culturali, enogastronomiche, di identità e di stile di vita, si individuano alcune possibili aree d’azione per un’adeguata valorizzazione del settore:
1. Una Campania “trasparente”. La cultura turistica per evolvere deve operare in un contesto di regole pubbliche chiare e trasparenti, che possa permettere al mercato di essere allineato agli standard internazionali (a minimo impatto burocratico) e garantire una qualità del servizio diffusa e ben percepita. In un mondo “connesso” il rischio “immagine” è, infatti, molto alto e va difeso con forza.
2. Una Campania “accessibile”. Ampiamente discusso è il tema dell’accessibilità e della mobilità interna. Sviluppare le “porte di ingresso” è molto importante per una regione come la Campania che si caratterizza anche per un buon tasso di turismo di prossimità. È necessario poi garantire un’efficace capacità di movimento all’interno con strade e strutture di servizio adeguate e convenienti (trasporti interni, transfer ecc.).
3. Una Campania “connessa”. Collaborare per competere, fare sistema dovrebbe rappresentare il leitmotiv della stragrande maggioranza degli operatori, pur consapevoli della difficoltà di rendere effettivo questo obiettivo. In tale contesto la governance pubblica dovrebbe avere una funzione proattiva nel favorire la connessione tra gli operatori e, al contempo, essere essa stessa parte della connessione.
4. Una Campania “preparata/formata/competente”. Non è possibile vincere la sfida se gli operatori (pubblici e privati) e le risorse umane non raggiungono la necessaria “professionalità”. Le nuove generazioni di clienti (domanda turistica che cambia profondamente) e le nuove generazioni di imprenditori turistici e manager locali (offerta che si evolve) possono essere una delle chiavi di successo del turismo nel prossimo futuro.
5. Una Campania “informata” e “digitalizzata”. Mappare l’offerta disponibile e definire un percorso di messa in rete delle disponibilità e delle potenzialità di tutta la regione deve essere uno dei principali obiettivi da perseguire. La corretta programmazione turistica necessita di informazioni dettagliate e tempestive che, qualora presenti, potrebbero fornire un valido aiuto agli imprenditori ed a tutti gli operatori interessati. Social Network, Piattaforme internet, Luoghi digitali sono gli strumenti base per comunicare in modo professionale e mirato il prodotto turistico.
6. Una Campania “multi destination”. Un possibile approccio di policy multilivello. La Campania ha molte destinazioni: Mare, Enogastronomia, Cultura e Religione, Ambiente e Natura sono il simbolo e la forza della territorio. È necessario affrontare il fattore turismo in modo sempre nuovo e organizzato per creare valore alle imprese, al territorio e ai suoi abitanti.