Turismo, Ejarque: «Per vendere un luogo oggi occorre un nuovo sguardo»

JOSEP EJARQUE copyPer Josep Ejarque, stimato pofessionista del Destination Marketing e del Destination Management, attualmente presidente della Four Tourism, società di consulenza specializzata in management e marketing turistico delle Destinazioni Turistiche «un tempo la Costiera Amalfitana, quella Sorrentina, Napoli, Salerno, Paestum e Pompei richiamavano i turisti in modo quasi spontaneo. Oggi il “naturale” richiamo delle sirene da solo non basta più perché il mercato si è fatto agguerrito e con esso la concorrenza. In più in Campania si continua a vendere un turismo che ha segnato il passo, figlio di una logica promozionale anni Ottanta/novanta che non rende più come un tempo. Serve un nuovo sguardo sulle cose. Bisogna passare all’attacco forniti di una precisa strategia operativa, non come l’Armata Brancaleone». Le sue originali e provocatorie tesi sono state oggetto di approfondimento nel corso dei lavori dell’evento: “Destinazione Sud: analisi e progettazione per il turismo”, forum sul turismo promosso dal Gruppo Alberghi, Turismo e Tempo libero di Confindustria Salerno e realizzato con il contributo dellla Camera di Commercio di Salerno, il 28 e 29 novembre scorso.
Durante la due giorni è stato presentato un dettagliato studio realizzato Ejarque sulle potenzialità dell’offerta turistica di Salerno e provincia ed è stato avviato un percorso analitico, basato su un approccio industriale e quindi di marketing e comunicazione, focalizzato sul mercato tedesco e russo.

 

Professore, lei è il promotore di una piccola rivoluzione in campo turistico: è stato il primo a parlare del viaggio come esperienza, sostenendo che le destinazioni non sono più interessanti solo per natura, per geografia territoriale e culturale, ma possono diventare attrattive in modo quasi scientifico. Cosa chiede oggi il turista? Quali sono gli elementi che più incidono nella scelta di una destinazione?
Innanzitutto occorre fare una premessa fondamentale: un territorio oggi non è più ciò che io – operatore del settore – racconto, ma ciò che gli altri – i visitatori, i turisti clienti – dicono di esso.
Alla luce di questo passaggio culturale diventa pertanto necessario chiedersi cosa vuole il cliente, in che modo è opportuno ridisegnare le destinazioni che non potendo più essere solo un luogo, una risorsa, devono diventare una somma riuscita di servizi, in cui l’offerta – intesa come attrezzature e organizzazione della stessa – incontri i gusti e le aspettative del turista che vuole vivere sì il “mio territorio” ma secondo i suoi interessi. Il passaparola oggi più che mai in campo turistico è la forza.

Analizzando il caso Campania, dal suo studio la cosa che emerge con maggiore forza è la mancanza di coordinamento e di cooperazione nella strategia di promozione e offerta turistica. Un male solo campano?
Non esclusivamente.
Un tempo la Costiera Amalfitana, quella Sorrentina, Napoli, Salerno, Paestum e Pompei richiamavano i turisti in modo quasi spontaneo. Oggi il “naturale” richiamo delle sirene da solo non basta più perché il mercato si è fatto agguerrito e con esso la concorrenza. In più in Campania si continua a vendere un turismo che ha segnato il passo, figlio di una logica promozionale anni Ottanta/Novanta che non rende più come un tempo. Serve un nuovo sguardo sulle cose. Bisogna passare all’attacco forniti di una precisa strategia operativa, non come l’Armata Brancaleone.

 

Passando invece a Salerno, secondo lei perché è ancora debole il richiamo turistico della città e del territorio circostante?
Per quello che le dicevo pocanzi: il turismo a Salerno è ancora fortemente incentrato sui luoghi più che sull’offerta di prodotti. Il turista oggi non è più indifferenziato e unico ma sa esattamente cosa cerca e non tutti i clienti cercano la stessa cosa. Pertanto o ci attrezziamo per rispondere in maniera adeguata o faremo molta fatica a ottenere buoni risultati. Nello specifico, poi, va recuperato il ritardo che scontano Salerno e tutta la Campania nella accessibilità delle informazioni sul web e il basso livello di commercializzazione dell’offerta.
Oggi se non sei riconoscibile in internet non esisti. Il turista per sceglierti deve conoscerti, trovarti e poi prenotarti. Del resto il turismo stesso funziona quando si sviluppa in una logica di rete in cui sono messi a fattor comune obiettivi ma anche responsabilità.

Quale, quindi, il suo suggerimento perché Salerno e la sua provincia diventino una destinazione turistica di successo?
Salerno è attualmente una buona destinazione che però ha delle potenzialità enormi ancora inespresse. Bisogna far sì che il territorio diventi una multidestinazione, ovvero la somma dei prodotti e delle attività che si possono vendere sul mercato turistico.
Per riuscire in questo obiettivo, occorre creare prodotti turistici e procommercializzarli in modo efficace sul mercato dove si trova “quel” turista interessato. La risposta a quel punto – se il lavoro di tutti è stato svolto al meglio – potrà essere solo una: la prenotazione.