Gli errori e i passi falsi di un’Europa che non c’è laddove, specie nei Paesi dell’Area Med-Gulf – è necessario far sentire una presenza autorevole contro l’integralismo che pesca nella povertà e nella disperazione. Secondo l’economista Maurizio Guandalini «l’unica arma per non farsi abbattere è l’emancipazione economica diffusa e standard di qualità di vita decenti»
Professore, come commenta la strage compiuta da appartenenti alle milizie islamiche verificatasi di recente a Parigi? Quale secondo lei la causa o le cause di questa nuova ondata di terrore?
La reazione “occidentale” all’attacco integralista-terroristico verificatosi in Francia nelle scorse settimane è da copione consolidato. È già iniziato infatti il ballo delle fazioni contrapposte, pro-Islam/anti-Islam, pro-immigrazione/anti-immigrazione: si andrà avanti così fino al prossimo attentato.
Uno psicologo buono direbbe: nevrosi e ansia. Paura e depressione. Praticamente il gioco dei fanatici islamici.
Se osservate il corso della storia recente non c’è alcuna manifestazione di Autorità da parte dell’Occidente. Lasciate stare le missioni di guerra, reattive, dopo (e prima) l’11 settembre. Quello che manca è un Occidente che, rivendicando propri valori e proprie regole, ne faccia la leva per aprire alle forme più liberali di integrazione. Gli attentatori “francesi” erano segnalati ai servizi segreti d’oltralpe. Risulta difficile capire quindi come mai erano ancora sul territorio francese.
È nel dna di un Paese forte e senza paura affermare le proprie leggi e tenere saldo e sott’occhio l’ordine del territorio. L’Autorità, evidente e visibile, fa capire, soprattutto a coloro che vogliono entrare, come in un Paese girano le cose, l’aria che tira.
Osservate lo stato di salute di molte periferie francesi, svedesi o italiane. Lì si tocca con mano come l’Occidente abbia realizzato l’integrazione con altre genti e culture. Le periferie cui mi riferisco sono il far west. È come tenere un leone in gabbia senza mangiare per giorni. Quando alla fine gli apri la porta è uno sfracello di rabbia. Le periferie sono ghetti dove la legge non c’è, luoghi dove risulta facile il reclutamento della criminalità più torva.
Il saldo del lavoro delle nostre classi dirigenti è questo, un misto di improvvisazione e sottovalutazione sotto la cappa della paura e del solidarismo di facciata. È un’immagine fragile che ha dato gioco facile a coloro che terrorizzano. E l’Europa, poi, in questo risiko è del tutto scomparsa. ù
Cooperazione e sviluppo con i paesi del Med-Gulf? Ma in pratica, che vuol dire? In Libia, dopo che i raid europei hanno deposto il tiranno Gheddafi, è il caos: due governi che controllano il territorio, sangue, morti. Le primavere del Mediterraneo si sono trasformate in tenebre, notti buie, profonde, sporche. Ed era lì che si doveva far sentire l’Autorità europea, la nostra, che lavorava per quell’Islam moderato che tanti nostri imprenditori toccano con mano facendo business, dai paesi del Golfo fino alla Tunisia. L’integralismo che pesca nella povertà e nella disperazione può essere sconfitto solo con l’emancipazione economica diffusa e soprattutto con standard di qualità di vita decenti.
Maurizio Guandalini è Editorialista de l’Huffington Post, diretto da Lucia Annunziata e di Metro, quotidiano free press. Ha scritto oltre 20 libri è economista della Fondazione Istud. Collegato al tema dell’Islam, a fine febbraio, a cura di Guandalini e del professor Victor Uckmar uscirà il libro “GULF&MED. Il mercato, gli investimenti e la finanza islamica. Hub Italia business per la crescita”