Pregi, limiti, costi e caratteristiche di un prodotto poco noto ma molto venduto
Da un paio di anni le polizze unit linked stanno vivendo un successo travolgente, spinte dai bassi tassi di interesse – che hanno falcidiato i rendimenti delle gestioni classiche – e dalle nuove regole di solvibilità, sul patrimonio di vigilanza delle assicurazioni che ha reso le unit linked molto più convenienti per le compagnie, in termini di minore assorbimento di capitale. Ma sono anche sicure per chi
le sottoscrive? «I consumatori spesso hanno difficoltà a capire i rischi, i livelli delle garanzie, i costi/carichi e le altre caratteristiche di questi prodotti. Le assicurazioni si spostano dalle polizze vita
tradizionali, con garanzia di rendimento minimo, verso prodotti privi di quella garanzia, che non appesantiscono il conto economico e inoltre assorbono meno capitale». In pratica si sta parlando delle
unit linked. Queste perplessità sono state espresse dagli organismi di vigilanza sulle assicurazioni, nazionali ed europei.
Vediamo allora cosa sono le unit linked.
Si tratta di prodotti assicurativi, che non hanno garanzia di restituzione del capitale e di rendimento minimo. Investono in fondi, spesso interni, cioè della stessa assicurazione o dello stesso gruppo.
Sono prodotti finanziari a tutti gli effetti. Se i mercati vanno male, si può perdere il capitale. Hanno quindi un rischio finanziario identico a qualunque investimento finanziario, anche la definizione
di polizze può essere fuorviante e portare a pensare che invece siano garantite, ma non è così.
Come funzionano: il contraente versa il premio (in un’unica soluzione o periodicamente), la compagnia deduce i suoi costi e investe il capitale rimanente, in fondi interni, con ulteriori costi di gestione, i quali a loro volta investono in fondi (spesso dello stesso gruppo), che hanno ancora altri costi.
Spesso quindi sono in conflitto di interesse, poiché tra collocatore e gestore non c’è separazione.
Si comprende che hanno costi elevati, circa il doppio rispetto ad un investimento diretto in fondi. L’assicurazione poi si impegna a versare ai beneficiari nominati in polizza il capitale risultante a scadenza.
La scadenza può essere o una data (polizze a termine) o la morte dell’assicurato (polizze caso morte). Assicurato e contraente possono coincidere, ma non il beneficiario. C’è quindi un rischio emittente,
perché se la compagnia fallisce, chi restituirà le somme? Certo, ci sono sistemi di garanzia a livello interassicurativo, ma il problema potrebbe essere di difficile soluzione. Tecnicamente sono definite polizze di ramo III, disinvestibili in qualunque momento e non collegate solo alla vita dell’assicurato (quelle sono definite polizze vita di ramo I).
Sono anche vendute come impignorabili e insequestrabili, ma non è proprio così. Le polizze di ramo I lo sono sicuramente, le unit dipende.
«Con l’obiettivo di scoraggiare chi, mediante i versamenti in un prodotto assicurativo, cercasse un espediente giuridico per porsi al riparo dei creditori la Corte di Cassazione ha sentenziato riguardo ai riscatti effettuati prima che l’evento oggetto di contratto si sia realizzato. Le somme ricevute come riscatti anticipati da parte della compagnia a favore dell’assicurato, o di chi risulta legittimato a riceverle, possono essere aggredite dai creditori e confluire nel fallimento».
In pratica, l’impignorabilità e la non sequestrabilità delle polizze miste, caso vita e morte, index e unit linked, sono diritti inviolabili se vengono portati a termine i contratti fino al verificarsi dell’evento assicurato, altrimenti se si effettua un disinvestimento anticipato si presuppone che siano stati sottoscritti solamente con la chiara intenzione di eludere i creditori. Nelle sentenze spesso si cita la finalità previdenziale come parametro per la non pignorabilità delle somme: in pratica, le somme tutelate sono solo quelle che l’assicurazione eroga al verificarsi dell’evento (morte dell’assicurato o termine della polizza). Nell’ipotesi di riscatto anticipato, le somme sono pignorabili.
I motivi sono semplici:
> le unit linked sono considerate investimenti finanziari speculativi e non forme assicurative o integrative pensionistiche;
> l’azione revocatoria dei creditori dell’assicurato deve essere comunque garantita. È possibile che queste polizze unit linked vengano abbinate a una controassicurazione accessoria, oppure siano ibridate con altre polizze o che abbiano copertura caso morte (ramo primo), quindi fornendo parziali garanzie e rendendo più forte la loro opponibilità a terzi e quindi la tutela del patrimonio. ma ad oggi sono poco diffuse.
Finora ho parlato più dei lati negativi ma hanno anche alcuni vantaggi:
> consentono la compensazione automatica tra plus e minus valenze, anche se generate da fondi comuni, mentre questo non è possibile se si opta per il regime amministrato (la maggior parte degli investitori lo utilizza);
> nessuna tassa viene pagata fino alla liquidazione delle somme, consentendo quindi di continuare a cumulare la tassazione dovuta al capitale, generandone quindi un interesse;
> le polizze unit linked sono escluse dall’asse ereditario, non subiscono tasse di successione e consentono di designare come beneficiario chiunque, anche chi non è erede legittimo.
Ovviamente gli eredi legittimi possono appellarsi ai loro diritti se questi fossero in qualche modo lesi, ma in ogni caso una quota dell’eredità può essere comunque destinata ad altri per volontà del de cuius.
Per concludere, le polizze unit linked spesso vengono vendute senza spiegare bene cosa sono e come funzionano, senza evidenziarne i difetti e i costi. Possono essere utili ad alcune persone, in ambito di una corretta pianificazione patrimoniale e successoria, per destinare parte del patrimonio a scopi precisi e per evitare che i beneficiari possono subire attacchi dai creditori del contraente o dell’assicurato. É necessario valutarne attentamente i costi e che le caratteristiche siano esattamente rispondenti alla necessità e agli obiettivi di vita. Se vengono acquistate senza valutare attentamente questi elementi, rischiano di essere un boomerang.